Chi soprattutto tra le novelle mamme negli ultimi tempi non si è posto questa domanda? Vaccino mio figlio o no? Come rischia meno il mio bambino? Come posso proteggerlo al meglio? Per tutta risposta, due correnti di pensiero, la prima sostenuta dall’Istituto Superiore di Sanità e dal ministero della Salute che diffondendo valanghe di dati, dimostrano che quando i vaccinati sono meno del 95% di una popolazione, c’è il rischio che scoppino epidemie. A fare da coro a questi due enti, la maggior parte dei medici che difendono a spada tratta l’uso dei vaccini. Vicine a queste posizioni, ad esempio, anche le insegnanti elementari, che minacciano di non accogliere i bambini non vaccinati, alla faccia della Costituzione, ma pure molti Sindaci che temo epidemie nei loro piccoli comuni, e associazioni di genitori, magari padri e madri di bambini immunodepressi per infezioni anergizzanti, malattie croniche o trattamenti chemioterapici antitumorali, piccoli loro sì che non possono essere sottoposti a vaccinazione ma che corrono molti pericoli in più se affiancati da bambini sani ma anch’essi scoperti rispetto a malanni vaccinabili.
Dall’altra parte, fermamente contrari alle vaccinazioni in serie, comitati di genitori e alcuni medici, tutti loro pronti a sostenere che i vaccini hanno effetti collaterali parecchio più gravi di quelli che le malattie cancellate procurerebbero, e che le vaccinazioni fanno comodo solo alle case farmaceutiche.
Hanno ragione i primi, o i secondi? Tra questi due gruppi entrambi bellicosi, ecco i poveri cittadini comuni, che non sanno più che pesci prendere. Vaccinarsi ad esempio contro l’influenza, o lasciare che la malattia agisca come succedeva 40 anni fa, quando però le statistiche non c’erano, o se c’erano erano sommarie, e nessuno ti diceva delle migliaia e migliaia di morti che ogni epidemia di influenza recava con sé? Sottoporre i propri bambini a tutte le vaccinazioni richieste o credere a chi indica alcuni vaccini come causa dell’autismo, una malattia fino a qualche anno fa abbastanza rara ma che ora sta raggiungendo una diffusione abbastanza impressionante, senza comunque poter provare la diretta correlazione tra gli eventi? Una cosa è certa: la diffusione di Internet negli ultimi due decenni ha sicuramente aumentato la confusione. Il perché è presto detto: la Rete mette a disposizione di tutti materiale di ogni tipo, relazioni, studi, disquisizioni che non è detto abbiano una base scientifica, permettendo a personaggi di ogni estrazione culturale di proporre la loro opinione su argomenti che magari conoscono solo per sentito dire, e sui quali si sono fatti un’idea più per logica che per effettiva comprensione del problema. Non solo. C’è anche un enorme parterre di gente pronta a diffondere notizie più o meno fasulle solo per interesse economico, truffatori di tutti i livelli, per non parlare poi di adepti ad oscuro sette tenute in piedi da imbonitori destituiti da ogni credibilità che tifano per una o per l’altra tesi solo magari per arricchire qualche stramba nuova religione che mette al posto di Dio forse il baccello di un pisello.
E così ecco il proliferare delle dannatissime “tavole rotonde” il male televisivo del terzo millennio, dove casalinghe che non sanno nemmeno fare un’iniezione contrastano senza mezzi termini luminari della medicina su argomenti che la gente che guarda può comprendere forse al 10% . Nasce così, vuoi da una parte, vuoi dall’altra, il “consensus gentium”, niente di più che il comune sentire delle persone, indotto però da soloni poco scrupolosi e, purtroppo, spesso anche poco seri.
Dare una risposta a una domanda seria, importante e vitale come quella che riguarda l’uso del vaccini, dovrebbe richiedere studi approfonditi, grande conoscenza, enorme lucidità, quindi siamo convinti che solo la comunità scientifica si possa esprimere in materia, anche perché politica e quant’altro sembrano interessati a portare acqua (voti) al proprio mulino, più che a risolvere la questione per il bene altrui. Non a caso, negli ultimi anni abbiamo visto il Movimento 5stelle dire in proposito di tutto e di più. Da un’iniziale e totale noVax ritrovarsi poi su posizioni molto più tolleranti, fino all’entrata in campo l’altro giorno di Davide Casaleggio (il principe ereditario della Piattaforma Rousseau, uno che oltre ad aver ereditato dal padre parecchi beni non si capisce a che titolo parli), costretto a zittire Barillari, consigliere grillino alla Regione Lazio che aveva appena affermato: “La politica viene prima della scienza”, il che la dice lunga su certe “teste pensanti” che abbiamo chiamato a rappresentarci nella cosa pubblica. Così, ora che i voti non gli servono, il Movimento5s si barcamena tra quello che aveva promesso ai suoi elettori in campagna elettorale, e il cosiddetto “contratto di governo”, cioè quello che ha promesso a Salvini per tenere insieme la baracca. Intanto, le opposizioni gridano davanti al rinvio per un anno dell’obbligo vaccinale e anche alla decisione della Ministra Grillo di creare classi adatte agli immunodepressi affiancandoli solo a bambini vaccinati. Decisione quest’ultima che ha fatto scatenare l’assessore alle Politiche Scolastiche del Comune di Rimini Mattia Morolli. Ecco le sue parole: Anche il solo pensarlo, segna un arretramento culturale di secoli. Vere e proprie ‘classi speciali di soli vaccinati’ dove inserire bambini immunodepressi per non fargli correre rischi sanitari. Un’inversione della prova, una limitazione della libertà dei bambini ad essere educati senza barriera alcuna, una ghettizzazione che andrebbe a punire chi rispetta la legge e chi è malato e che sovvertirebbe qualunque indicazione statistica, considerando che una ipotesi del genere sarebbe premiante nei confronti del 5 per cento di chi non in regola, penalizzando il 95 per cento che lo è. E tutto questo per evitare la soluzione più corretta e semplice del mondo: rispettare una legge. Dulcis in fundo, tanto per riportare la questione anche in ambito locale, sono almeno una cinquantina i bambini immunodepressi in età scolare in provincia di Rimini”.
Insomma, un delirio generale a cui noi non ci vogliamo accodare esprimendo la nostra posizione che pure dall’articolo è chiara. Una raccomandazione però ci sentiamo di farla: leggere per un’oretta materiale sul web non fa di nessuno un esperto. Tutte le famiglie italiane hanno medici di fiducia, che spesso sono proprio i pediatri chiamati ad assistere e seguire i più piccoli: rivolgetevi a loro per un parere sulle vaccinazioni. E se ne nemmeno loro sono capaci di tranquillizzarvi del tutto, non temete di cercare anche una seconda opinione, e magari una terza, fino a quando non vi sentirete in pace con voi stessi.
In bocca al lupo…