Macron non si dimetterà da Presidente della Repubblica francese: l’ultimo affondo in balia della disperazione

Viste e considerate le nuove elezioni anticipate in Francia, che si terranno dal 30 giugno al 7 Luglio, il Presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron ha deciso di non dimettersi affatto dall’incarico, qualunque sarà l’esito del plebiscito.

Sintomo di una sinistra europea che evidentemente non riesce ad accettare la sconfitta in alcun modo, ora temendo l’avanzata della destra e cercando di porre rimedio in ogni modo pur di mantenere il proprio potere decisionale ad ogni costo.

Durante i suoi ultimi incarichi, il Presidente Macron ha subito una quantità di contestazioni esorbitanti, a partire dai Gilet gialli fino ad arrivare alle ultime manifestazioni degli agricoltori stanchi delle difficoltà dovute alle pochissime agevolazioni ricevute durante tutti questi anni.

La sinistra liberale francese ha fallito in ogni ambito, da quanto sembra: lo dimostrano anche i risultati ottenuti dal Rassemblement National di Marine LePen durante le elezioni europee.

E’ normale che a questo punto Emmanuel Macron stia spronando la popolazione a recarsi verso le urne, d’altro canto sa perfettamente che il suo posto sulla sedia a questo punto resterà riservato ancora per qualche tempo.

 Piuttosto che analizzare le proprie scelte sbagliate, il Presidente della Repubblica francese ha deciso di aggrapparsi al “potere”, con una cupidigia del tutto evidente. La smania di voler apparire e decidere, ha divorato nel tempo moltissime personalità politiche, le quali non hanno mai veramente compreso che farsi possedere dalla propria influenza fosse l’opzione peggiore tra quelle presenti.

Sicuramente, buona parte del popolo francese potrebbe aver maturato un pensiero ben diverso dalle formazioni liberal-progressiste: in questi anni, la Francia ha vissuto momenti difficilissimi tra criminalità e terrorismo, problemi a cui l’attuale classe dirigente non ha saputo porre alcun rimedio concreto.

Farsi da parte quando si rischia di aggravare ancor di più la situazione dovrebbe essere una scelta etica da compiere con umiltà e consapevolezza, ma d’altro canto non si può pretendere poi molto da chi ha evidentemente a cuore interessi diversi da quelli della propria Nazione.

Male non farà al territorio francese, un cambio di posizione politica nello scacchiere continentale: d’altra parte in tutta l’Europa i cittadini sembrano essere stanchi dei rimedi socialdemocratici su migrazioni ed economia, i quali avrebbero scontentato decisamente buona parte degli elettori. Per aver una conferma di quanto scritto precedentemente, basterebbe consultare semplicemente i risultati delle ultime elezioni europee.

Qualche giornalista sembra aver chiesto a Macron se la scelta di indire elezioni anticipate non sia effettivamente una follia, si può rispondere in modo piuttosto semplice ad una domanda come questa: no, non lo è. Il fatto che sia stato organizzato un nuovo plebiscito di questo genere, potrebbe essere un modo per limitare i danni che il partito di Macron ed il resto delle liste progressiste potrebbero subire nel tempo. Tuttavia, se la nuova coalizione dovesse riuscire a cambiare le sorti precarie della popolazione francese, la precedente iniziativa sarà stata comunque inutile.

Insomma, la politica non lascia scampo agli errori: prima o poi tutto torna in superficie e di conseguenza i rappresentanti del popolo sono chiamati a rispondere delle proprie azioni, speriamo che Macron ed il suo entourage riescano a farsene una ragione.

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Gabriele Caramelli
Gabriele Caramelli
Studente universitario di scienze storiche, interessato alla politica già dall’adolescenza. Precedentemente, ha collaborato con alcuni Think Tank italiani online. Fermamente convinto che “La bellezza salverà il mondo”.

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