Dopo la vittoria di Nicolás Maduro nelle elezioni presidenziali di domenica scorsa, con un evidente e colossale broglio, la violenza è aumentata nel paese sudamericano. Il 29 luglio, il giorno dopo il vergognoso furto elettorale, le strade di tutto il paese si sono riempite di migliaia di venezuelani che protestavano vivacemente, richiedendo un riconteggio trasparente del suffragio.
Mentre nel mondo cresceva la condanna internazionale, nel paese sudamericano le proteste sono state represse con violenza. In meno di due giorni, la dittatura ha già ucciso almeno sei venezuelani, con l’incredibile accusa verso l’opposizione di voler tentare un colpo di Stato, quando l’atto più violento dei manifestanti è stato quello di abbattere alcune statue di Hugo Chávez.
Il generale e ministro della Difesa chavista, Vladimir Padrino López, ha dichiarato in una recente conferenza stampa: “Siamo di fronte a un colpo di stato. Architettato da questi settori fascisti dell’estrema destra, sostenuti dai fattori imperiali, dall’imperialismo nordamericano e dai suoi lacchè. Per questo, Nicolás Maduro si è posto in prima linea e lo difende il popolo che lo ha fatto presidente e protegge le istituzioni democratiche. Questo colpo di stato lo sconfiggeremo”, ha detto il militare, preparando il terreno per una “caccia all’uomo” e una brutale repressione.
La macchina repressiva si intensificherà man mano che le proteste aumenteranno. Forze di polizia, paramilitari, collettivi chavisti e agenti dell’intelligence faranno tutto il necessario per impedire che il regime cada. Inoltre, nella mattinata del 30 luglio, questi gruppi irregolari hanno rapito il leader dell’opposizione Freddy Superlano: esiste una filmazione nella quale si vede come viene introdotto in un’auto e portato via.
Gli spaventosi dati dei danni causati dal regime di Chávez e Maduro includono 15.800 prigionieri politici, 1.652 vittime di tortura, oltre 300 persone uccise in proteste, 39 sparizioni forzate e la migrazione di quasi 8 milioni di venezuelani.
Inoltre, la leader dell’opposizione, Corina Machado, ha pubblicato i verbali elettorali che il suo partito era riuscito a recuperare in un sito web, per provare al mondo la frode avvenuta in Venezuela, ma poche ore dopo la pubblicazione il regime ha bloccato la fonte. È importante notare che, poiché la dittatura chavista aveva proscritto per le elezioni presidenziali a Corina Machado, vincitrice delle primarie dell’opposizione, la stessa ha dovuto scegliere un sostituto per competere contro Nicolás Maduro, e questa scelta è ricaduta su Edmundo González.
Tempi ancora più oscuri si prospettano per il paese sudamericano, qualora non si riuscisse a fermare il tiranno comunista. È di grande importanza che il maggior numero possibile di paesi non riconosca Maduro come presidente del Venezuela e chieda un nuovo scrutinio dei suffragi in totale trasparenza.