Maduro vince le elezioni, ma l’opposizione protesta: sembra che qualcosa non sia chiaro

Ci sono fortissimi dubbi sugli scrutini elettorali nel Venezuela, che ha visto riaffermarsi Nicolas Maduro come Presidente per altri 6 anni, non senza incertezze sull’ultimo plebiscito. Il candidato chavista avrebbe dunque ottenuto la maggioranza con poco più del 51%, mentre il suo oppositore, Gonzalez Urrutia sarebbe riuscito ad attestarsi circa sul 44% delle preferenze. L’opposizione sembra essere sicura dei brogli, viste le attestazioni di Maria Corina Machado, la quale sostiene la teoria secondo cui gli scrutini non sarebbero validi e che la verità sia tutt’altra.

Il monitoraggio dei voti ha subito anche alcuni ritardi e problematiche di vario genere: tutto fa intuire che sotto ci sia qualcosa di poco chiaro in merito ad una prova di democrazia che sembrava poter cambiare le sorti di un paese diretto verso il baratro su più fronti. 

A sollevare la questione inerente la strana vittoria di Nicolas Maduro, lo stesso Segretario di Stato americano, Tony Blinken, il quale ha espresso le sue perplessità in merito alla vicenda. Idem per quanto riguarda l’Unione Europea, che tramite Josep Borrell ha chiesto delucidazioni sulle elezioni, affinché le volontà Popolari vengano rispettate una volta per tutte. A spada tratta e senza timore, il Presidente argentino Javier Milei ha dichiarato che i dati annuncerebbero una vittoria dell’opposizione e che sia necessario riconoscere i limiti e la debàcle del socialismo.

In Sud America, specialmente in Argentina, le figure politiche della maggioranza attuale non sembrano avere simpatie per la figura di Nicolas Maduro, forse perché conoscono fin troppo bene l’applicazione di regimi pseudo-comunisti e decisamente fallimentari. 

Nel frattempo il vincitore delle elezioni dice di aver sconfitto il Fascismo: oltre all’abuso linguistico smodato, la tattica comunicativa in questo caso consiste nel convincimento della popolazione che senza di lui esisterebbe un regime del terrore. Alla faccia della benevolenza, costui era lo stesso che giorni fa minacciava un bagno di sangue nel caso in cui le elezioni non fossero andate secondo i propri piani.

Chissà se i registri delle votazioni verranno pubblicati o monitorati da terze parti per garantire un’equa distribuzione dei consensi. Viste le fortissime repressioni del regime post-chavista, sembra piuttosto normale che L’opposizione, il popolo e persino gli altri osservatori dall’esterno siano interessati ad un chiarimento.

Forse per molti anni ancora non conosceremo la verità su questa “Campagna elettorale” venezuelana, visto che la forte chiusura del paese impedisce un dialogo vero e proprio, capace di garantire rapporti diplomatici normali anche con altri paesi. Le sanzioni imposte al Venezuela hanno ovviamente contribuito a far crollare l’economia. Ci sono parecchi motivi per cui molti Stati hanno preferito non fidarsi di Maduro e della sua giunta: nel Terzo Millennio, sentir parlare ancora di Comunismo o simili ideologie è veramente devastante oltre che fuori luogo, forse una delle ragioni principali è proprio questa.

La figura di Maduro ricorda tanto quella di “Aladeen” nel film comico “Il Dittatore”. Ci manca soltanto che inizi a riscrivere dall’inizio alla fine l’intero linguaggio locale, sostituendo buona parte delle parole con il suo Nome, poi il risultato sarebbe quasi perfetto. Non al 100%, visto che il protagonista del film era mediorientale, mentre Maduro è sudamericano.

Chissà se prima o poi il Venezuela riuscirà finalmente a vedere una classe politica differente, magari tramite un processo limpidamente democratico ed all’insegna della trasparenza nella pubblicazione dei risultati.

Gabriele Caramelli
Gabriele Caramelli
Studente universitario di scienze storiche, interessato alla politica già dall’adolescenza. Precedentemente, ha collaborato con alcuni Think Tank italiani online. Fermamente convinto che “La bellezza salverà il mondo”.

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