Lo Stato è tornato forte nella lotta alla mafia, nessun arretramento, anzi passi avanti, come testimoniato dagli arresti delle ultime settimane: da Nord a Sud sono diversi i blitz dell’antimafia che hanno portato all’arresto di boss (vedi Errante Parrino in Lombardia) e a maxi operazioni come quella a Palermo con 183 provvedimenti restrittivi. “Un risultato che conferma l’impegno incessante dello Stato nella lotta alla criminalità organizzata. Grazie ai Carabinieri del Nucleo Investigativo e tutte le Forze dell’Ordine che ogni giorno difendono la legalità e la sicurezza dei cittadini”, scrive il presidente del Consiglio Giorgia Meloni sui social.
Gli stessi clan si lamentano contro il governo per non aver allentato il regime di carcere duro: “Ora che hanno arrestato Messina Denaro lo potrebbero levare il 41 bis”, afferma Salvatore Inzerillo, storico trafficante di droga legato agli ambienti criminali siciliani e americani. Concetto ribadito con toni ancora più aggressivi da Filippo Filiberto, altro narcotrafficante: “Questa Meloni, minch*** parla come una disonorata: Non si cambia niente. Parla proprio come una disonorata fascista che non è altra… ma come si ci dà il voto ad una come questa”. A fargli eco, di nuovo Inzerillo: “Stanno facendo tutto questo bordello, che più ne fanno e più non lo levano”. Parole che confermano la bontà dell’azione dell’esecutivo contro il crimine organizzato. É proprio
Giorgia Meloni sui canali social a rilanciare la lotta alla mafia: “Ho letto le intercettazioni pubblicate da La Repubblica, in cui alcuni boss si scagliano contro di me e il governo italiano per non aver allentato il carcere duro ai mafiosi. Un’ulteriore conferma che siamo sulla strada giusta. Il nostro impegno nella lotta alla mafia è totale. Il 41 bis e l’ergastolo ostativo restano capisaldi imprescindibili. Nessun cedimento alla criminalità organizzata finché saremo noi a governare l’Italia”.
Sono i componenti delle cosche a confermare questo impegno: “Me ne devo andare da qua… devo cambiare la residenza… me ne vado… Io me ne vado..! L’Italia per noi è diventata scomoda, io me ne devo andare perché non intendo assolutamente perdere quello che ho creato fino ad oggi. Cominciate a farvi i passaporti”. A parlare è uno dei 180 arrestati nel maxiblitz di questa mattina a Palermo. I boss, anche le nuove leve, erano pronti a lasciare l’Italia. Uno di loro dopo avere trovato delle microspie sulla sua auto, una Smart intestata alla moglie, si è sfogato: “Siamo tutti bombardati”. Il lavoro da fare per sconfiggere la peste mafiosa è ancora tanto ma i fatti stanno dando ragione a Meloni: “La mafia va sconfitta con determinazione e senza alcun compromesso. Lo Stato c’è e non arretra”.
Poverini Inzerillo, Filiberto e con loro tutti i bastardi delinquenti -mafiosi e non- che sono in carcere per le loro nefandezze! Si lamentano del carcere duro che stanno subendo: gli Italiani normali, onesti che circolano liberi per il Paese non hanno proprio un po’ di »umanità« verso questi poveri “innocenti” peccatori? Suvvia, perdoniamoli tutti -come vuole la sinistra, auspicando prossime elezioni politiche- anzi premiamoli con qualche benemerenza, cavalierato, vitalizio …. Se non fosse mai nato quel minorato cerebrale di Cesare Beccaria, oggi avremmo le carceri meno affollate di delinquenti efferati e recidivi, impuniti e graziati dal buonismo di una magistratura marcia, spesso anche peggiore di quei troppo pochi che la loro incoscienza mette dietro le sbarre.
La lotta non deve essere limitata solo alle mafie storiche italiane ma anche a quelle d’importazione ed a quelle occulte che, al contrario, sono super potenti ed impunite per legge.