“È dal 1993 che svolgo attività politica nelle istituzioni, prima ancora come semplice militante. In oltre trent’anni ho presentato decine di esposti, i più recenti da vice presidente della Camera dei Deputati. Nessuno, sottolineo NESSUNO, dei miei esposti/denuncia ha avuto l’opportunità di trasformarsi in informazione (o avviso) di garanzia. La Procura della Repubblica non ha mai aperto inchieste, si tratta di atti VOLUTI più che dovuti. Nel senso che ad assoluta discrezione dei magistrati si decide se una denuncia debba trasformarsi in un’inchiesta e avere un suo corso oppure essere archiviata. Io e la mia parte politica siamo stati sistematicamente insabbiati. Ricordo anche che nelle narrazioni dell’ex magistrato Palamara si chiarisce che la spartizione delle Procure tra le correnti giudiziarie della sinistra serviva proprio a mantenere il potere discrezionale per far decidere al Procuratore lottizzato quali avvisi di reato dovessero essere selezionati e perseguiti e quali dovessero essere archiviati. Con nostra grandissima sorpresa constatiamo che l’esposto dell’avv. Li Gotti ha avuto l’onore di trasformarsi in un’inchiesta della magistratura in quanto “atto dovuto” in una manciata di giorni dalla sua presentazione avvenuta il 23 gennaio. Un miracolo di efficienza cui avrebbero diritto di accedere tutti i cittadini che non denuncino Presidenti del consiglio di destra”.
È quanto ha dichiarato il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli conversando con i giornalisti in Transatlantico. Rampelli ha annunciato un’interrogazione al ministro della Giustizia nella quale chiede al ministro Nordio dati relativi al numero di esposti che diventano inchieste della magistratura e il lasso di tempo che trascorre dalla denuncia della notitia criminis all’avvio delle indagini con relativi adempimenti nei confronti dei presunti autori del reato.