Manovra, con il governo Meloni già disponibile l’88% delle risorse, ecco come mai

Già disponibili circa 26 miliardi di euro dei quasi 30 stanziati dal governo Meloni nella legge di Bilancio per il 2024. È quanto emerge dall’ultimo focus del Dipartimento per il programma di Governo, guidato dal sottosegretario Giovanbattista Fazzolari. Ciò è stato possibile grazie all’ampio ricorso fatto dall’esecutivo alle norme autoapplicative. Di cosa stiamo parlando? Di una tipologia di atti particolarmente dettagliati, che comportano un maggiore sforzo in fase di redazione ma sono preziosissimi. Il loro livello di precisione è tale da non richiedere il rinvio a provvedimenti attuativi, quali decreti o regolamenti, che, in un secondo momento, spesso anche a distanza di anni, ne completino il contenuto. È un modo per rendere molto più efficaci le misure introdotte e immediatamente disponibili le risorse assegnate.

E su questo il governo Meloni può vantare un nuovo record. La grande cura dedicata alla redazione delle norme ha permesso il rinvio al minor numero di provvedimenti attuativi degli ultimi undici anni: con solo 55 provvedimenti attuativi collegati alla legge di Bilancio, l’attuale esecutivo ha fatto meglio dei governi della XVII e della XVIII legislatura. Ma c’è di più: quasi la metà dei 55 provvedimenti attuativi complessivamente previsti non è legata a risorse finanziarie. Significa che la maggior parte degli stanziamenti è disponibile e non rimarrà impigliata nei meandri della burocrazia come è spesso accaduto in passato. A titolo di esempio, basti pensare che il governo Meloni ha ricevuto in eredità dagli esecutivi che l’hanno preceduto uno stock di ben 419 provvedimenti da adottare: 375 della XVIII legislatura e 44 della XVII.

Un vero e proprio fardello che il governo non vuole certo contribuire a incrementare. E anzi, sin dal suo insediamento, l’esecutivo ha dedicato grande impegno anche allo smaltimento degli arretrati ereditati dalle precedenti legislature. Un lavoro che sta dando i suoi frutti e che descrive bene la coesione e compattezza con cui si muovono tutte le realtà coinvolte nel processo: da Palazzo Chigi ad ogni singolo ministero. Circostanza che segna un cambio di passo sotto il profilo dell’attuazione del programma. Ciò è testimoniato da un numero, quello a cui si faceva riferimento all’inizio del testo: 26 miliardi, cioè l’88% del totale della manovra. Risorse preziose, già libere, che serviranno a dare concretezza e sostanza alle misure introdotte con la legge di Bilancio per il 2024.

Ma quali sono le principali aree di intervento? Dal focus del Dipartimento per il programma di Governo risulta che gli ambiti destinatari dei maggiori finanziamenti sono: politiche per il lavoro e misure pensionistiche, con circa 12 miliardi di euro, pari al 40% del totale delle risorse stanziate, la maggior parte dei quali destinati alla riduzione del cuneo fiscale; tutela della salute, con 3,4 miliardi di euro, pari a circa l’11%, per il potenziamento dell’assistenza territoriale e per le nuove assunzioni di personale sanitario; pubblica amministrazione, con più di 3 miliardi di euro, pari a circa il 10%, volti anche a consentire il rinnovo dei contratti per il pubblico impiego; rilancio del Mezzogiorno e governo del territorio, con quasi 2,5 miliardi di euro, intorno al 8%, destinato in particolare alla ricostruzione dei territori interessati dagli eventi catastrofici degli ultimi anni.

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