Manovra, Governo al lavoro per il ceto medio: 4 miliardi per i redditi fino a 60mila euro

Inizia a delinearsi, a prendere forma la prossima manovra finanziaria. L’intenzione del governo è stata ben espressa del viceministro all’Economia Maurizio Leo: “Vogliamo dare un segnale sul fronte delle famiglie”. Per fare ciò, ha detto, “ci sono due strade”: quella dell’assegno unico e quella delle detrazioni. Dunque, da un lato “potenziare l’assegno unico”, dall’altro “introdurre detrazioni specifiche per i figli, perché adesso la detrazione c’è dopo i 21 anni”. Si annuncia dunque una manovra a misura d’uomo: “L’obiettivo – ha spiegato – è venire incontro alla famiglia. Questo è un tema prioritario”.

Allargare la platea

Per fare ciò, sarà anche necessario allargare la platea di persone che usufruiscono del taglio del cuneo fiscale. Nelle due scorse leggi di Bilancio, quelle a cui ha messo mano l’esecutivo di Giorgia Meloni, hanno beneficiato dei tagli circa 14 milioni di persone: si tratta di una riduzione delle tasse del 7% per i redditi fino a 25mila euro annui e del 6% per i redditi fino a 35mila euro annui. A cui poi va aggiunta la riforma dell’Irpef, con l’accorpamento delle aliquote, passando dai cinque scaglioni iniziali ai tre attuali. Misure riuscite, che hanno alzato il potere d’acquisto delle famiglie anche oltre i 100 euro, in un momento storico in cui l’inflazione dilaniava i risparmi dei consumatori.

Obiettivo principale, dunque, è prevedere dei tagli anche per chi ha redditi più alti, ma certo non può considerarsi un paperone: è il cosiddetto ceto medio. Parlando con l’Ansa, il viceministro ha spiegato che per allargare la platea del taglio Irpef occorreranno tra i 2,5 miliardi e i 4 miliardi di euro. Nel dettaglio, i primi 2,5 miliardi servono per abbassare l’aliquota dei redditi fino a 50mila euro dal 25% al 33%, mentre gli altri 4 miliardi verranno utilizzati per estendere la misura ai redditi fino a 60mila euro. A Telefisco, ha spiegato che l’aliquota al 43% che ora viene utilizzata per i redditi superiori ai 50mila euro, verrà utilizzata per chi guadagna più di 60mila euro all’anno.

Entrate e rientri dall’evasione aiutano l’esecutivo

Tutto dipenderà dai fondi che il governo si ritroverà a fine anno. Le cose sembra andare meglio del previsto su questo fronte: le entrate tributarie sono state registrate in aumento rispetto allo scorso anno. Rispetto alle previsione del Def di aprile, ci sono 3 miliardi di euro di entrate superiori a quanto stimato. Un ruolo fondamentale è ricoperto anche dal concordato preventivo, che darà i suoi frutti a partire da ottobre. La misura, ideata dal Governo Meloni, viene affiancata da alcuni deterrenti per chi non aderisce, come dei controlli mirati contro l’evasione, ma al contempo l’esecutivo apre le porte anche alla regolarizzazione del passato, al rientro dall’evasione, che non a caso lo scorso anno ha fatto registrare un record rispetto agli anni precedenti. In questo modo, dunque, l’esecutivo cerca di raccogliere risorse da destinare a famiglie e lavoratori, ancora una volta le priorità del governo per la prossima manovra finanziaria.

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