Mariupol: la dura legge dell’eroismo 

Si può chiamare traditore e persona senza onore chi ha combattuto 47 giorni, circondato da nemici in netta superiorità numerica che, rimasto senza rifornimenti, senza cibo, acqua e munizioni si arrende al nemico?

Nella dura legge dell’eroismo guerriero, sì, è possibile. È quello che è successo a Mariupol dove un gruppo di soldati ucraini, feriti e stremati dopo un mese e mezzo di durissimi combattimenti si è alla fine arreso. Guadagnandosi il disprezzo di chi ha deciso di continuare a combattere. Come il reggimento Azov, rassegnato a combattere fino alla fine in nome dell’Ucraina, e come un gruppo di marine ucraini che con una operazione ardita sono riusciti di notte a rompere l’accerchiamento russo delle loro posizioni e a ricongiungersi proprio con i combattenti di Azov.

Eroismo e tragedia. Chi è rimasto a combattere, andando verso morte certa, ora ripudia i propri commilitoni che hanno avuto la “grave colpa” di arrendersi quando la battaglia era diventata impossibile.

Ecco le parole che il comandate di Azov, Denis Projipenko, pronuncia dal fronte di Mariupol in un video che circola in rete:

Comandate di Azov (parla in russo) – “Gloria all’Ucraina. Ieri ci siamo ricongiunti con i valorosi combattenti dei marines, veri guerrieri, eroi che sono rimasti fedeli al giuramento fatto e al popolo ucraino. Continueranno a difendere la città insieme a noi, da veri uomini che hanno scelto la via del guerriero. Non fate degli eroi dei disertori che si sono arresi, hanno scelto la via del disonore, non meritano la gloria degli eroi”.

Comandante dei marine (parla in russo): “Gloria all’Ucraina. Siamo riusciti a ricongiungerci ai combattenti di Azov. Continuiamo a combattere, il nostro morale è alto, sappiamo bene cosa stiamo facendo e perché siamo qui e faremo tutto ciò che è nelle nostre possibilità per portare a termine la nostra missione”.

Eroismo votato al martirio in nome dell’onore e della Patria. Non a caso in Giappone si parla di inserire Azov nel libro del Bushido, quello della “strada del guerriero”, stessa espressione usata proprio dal comandante di Azov nel suo video.

E in effetti Projipenko sembra aver imparato la lezione principale del Bushido: “L’unico scopo della vita di un samurai è quello di prepararsi alla guerra. O meglio, alla morte”.

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4 Commenti

  1. se FdI continua a fare apologia di eroismo per quegli assassini della Azov, che hanno ammazzato 14.000 (con)cittadini ucraini solo per essere di lingua russa, nei 6 anni passati, e che hanno fatto loro scatenare una reazione dalla Russia, con cazzo che voto la Meloni.

  2. Non c’è nulla di valoroso ne di eroico : non si vogliono arrendere per non consegnare le prove del coinvolgimento di personale NATO nei laboratori sottostanti l’ acciaieria di Mariupol. Hanno ricevuto l’ ordine di non arrendersi e come dei bravi cani al guinzaglio obbediscono, senza abbaiare.

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