Quella di Sergio Mattarella a Caivano non è una visita come le altre. E non soltanto perché è la presenza di un Capo dello Stato in una parrocchia di provincia in una zona difficile come la provincia di Napoli. L’arrivo del Presidente della Repubblica al Parco Verde è molto altro, molto di più: è quello che possiamo definire il momento più alto di una rinascita, una nuova epoca per la lotta contro la criminalità. E lo ribadiamo, non soltanto perché si è mosso il Capo dello Stato in persona. Ma perché l’ha fatto in rappresentanza dello Stato. Lo stesso Stato che per anni, decenni interi, ha scelto la strada più comoda, girarsi dall’altra parte, fare finta di niente. La più comoda, ma allo stesso tempo quella che maggiormente ha danneggiato le persone perbene, quartieri e città intere. Mortificando il lavoro di chi ha sempre creduto nella rinascita, ma che per ottenerla aveva bisogno di una mano. Gli attivisti come don Maurizio Patriciello, ma anche gli agenti delle forze dell’ordine, impegnati sul territorio e sempre a tu per tu con la criminalità organizzata.
In rottura con il passato, lo Stato ha dimostrato di esserci. Quella rinascita sta arrivando, le strade tornano franche, lo spaccio si ferma, le case occupate abusivamente vengono liberate. Torna lo sport, torna la legalità, torna lo Stato. Torna la possibilità di scendere di casa liberamente, senza paura. Torna l’istruzione, torna la socialità. E il tutto accade in poco più di un anno, da quando si ebbe la prima, inaspettata visita di Giorgia Meloni a Caivano, dopo la richiesta di aiuto di Patriciello. Da quel giorno tutto è cambiato, Giorgia Meloni è tornata nella cittadina in provincia di Napoli diverse volte, intenzionata sempre a fare di più. E ieri Patriciello si è ritrovato nella sua parrocchia proprio Sergio Mattarella, a sugello di un cambiamento che finalmente è arrivato, insperato solo poco tempo prima.
Meloni: “A Caivano rinascita civile. Il lavoro del Governo prosegue”
“La visita di oggi del Presidente Mattarella al Parco Verde a Caivano è il segno tangibile della vicinanza e del sostegno dello Stato a don Maurizio Patriciello, dal cui appello, nell’agosto 2023, ha preso le mosse la rinascita civile di quel territorio”: la ha detto chiaramente Giorgia Meloni in una nota. “Dopo poco più di un anno – ha continuato – il centro sportivo, i luoghi di formazione e di cultura e le ripristinate buone prassi di amministrazione hanno ridato fiducia e speranza ai cittadini onesti. Un percorso di rinascita che sta camminando sull’impegno e sulla buona volontà delle famiglie, delle associazioni, delle realtà locali e delle imprese del territorio che non si sono mai arrese al degrado e all’illegalità. Il Governo – ha aggiunto Meloni – prosegue con determinazione e costanza il suo impegno, puntando ora sulla riqualificazione degli alloggi popolari, di recente sgomberati dai soggetti condannati per reati di camorra che li occupavano abusivamente. Grazie ancora a don Maurizio e al Presidente Mattarella”.
La speranza di un territorio: valeva la pena provare…
D’altronde, il messaggio del Capo dello Stato è stato chiaro: quello di riportare speranza in una terra sulla quale nessuno più avrebbe scommesso. Mattarella ha ringraziato Patriciello “per l’opera che presta” ringraziarlo “di questa magnifica celebrazione, per fare gli auguri più grandi alla comunità di Caivano, una comunità importante”. Auguri rivolti “ai bambini e ai ragazzi” per “un futuro di crescita, di benessere, di cultura e di impegno professionale”. A riconoscere la rinascita di Caivano è anche il prefetto di Napoli, Michele di Bari, che ha accompagnato il Capo dello Stato: “È un segnale importantissimo”, ha riconosciuto, spiegando che “è lo Stato che qui si è fatto presente attraverso il presidente ed è bello sentirci tutti come comunità” e facendo un plauso al Governo Meloni e “ai tanti ministri che sono venuti qui per le tante attività che sono in corso”. Un segnale fondamentale, specialmente per chi, al fine di nascondere la propria negligenza, sosteneva che Caivano era una terra irrecuperabile. Il Governo Meloni ha tremendamente dimostrato l’opposto. Basta crederci.