La nomina di Raffaele Fitto è e deve essere considerata da tutti una priorità di vitale importanza per la nostra Nazione. Questa volta non l’ha detto Giorgia Meloni o un esponente del governo, che potrebbe essere accusato di parzialità. A dirlo, stavolta, è stato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha ricevuto al Quirinale Raffaele Fitto, designato da Giorgia Meloni come commissario italiano e insignito da Ursula von der Leyen della nomina alla vicepresidente esecutiva dell’Unione europea con deleghe alle Riforme e alla Coesione. A certificare, insomma, il suo successo (per il quale già parlano i dati) nella gestione dei fondi comunitari del Pnrr o del Fondo di Sviluppo e Coesione, in qualità appunto di ministro per gli affari europei, le politiche di coesione e il Pnrr. Poi la sua audizione all’Eurocamera, che pare essere stata apprezzata anche alcuni esponenti della sinistra. Insomma, le capacità, la preparazione e l’esperienza di Fitto non si discutono e va eliminato quel veto ideologico che i socialisti hanno annunciato in questi giorni. Il Partito democratico compone la delegazione più ampia del gruppo e può avere un peso determinante nella scelta del da farsi. Dunque niente scuse, niente alibi: si voti a favore dell’interesse nazionale, e non per l’interesse di partito.
Meloni è una furia: “Il Pd ci dica la sua posizione ufficiale”
“Il Pse, del quale il Pd è il gruppo di maggioranza relativa, ha dato mandato alla capogruppo di trattare con von der Leyen il fatto che Fitto non sia vicepresidente della commissione” ha detto il presidente del Consiglio Giorgia Meloni dal palco di Perugia, dove è intervenuta per la chiusura della campagna elettorale del centrodestra alle elezioni regionali. La richiesta alla dem Elly Schelin è quella di “dire quale sia la posizione ufficiale del Pd”, una precisazione che la segretaria italo-svizzera deve “non a me ma ai cittadini italiani: le persone serie fanno così”. Anche perché l’opportunità, come ha ricordato la premier, è ghiotta per l’Italia: Fitto sarà “un commissario con un portafoglio da mille miliardi, e una vicepresidenza della commissione, che significa coordinare diverse e importanti materie per l’Italia”, come l’agricoltura. La Nazione intera non può lasciarsi scappare un’occasione del genere.
I dem ascolteranno il monito di Mattarella?
Arriviamo al presidente Mattarella. Il suo monito all’unità nel nome di Fitto non può essere ignorato dai dem che, se lo faranno, non solo avranno fatto un torto all’Italia e agli italiani, ma avranno anche rinnegato le parole del loro Capo dello Stato in favore della strategia politica, per far contenti i cugini socialisti di chissà quale altro Paese. Convinti come sono che il commissario venga scelto per ideologia, e non per il peso della Nazione come in realtà accade: l’Italia è tra le grandi potenze economiche, industriali e demografiche dell’Unione europea, e merita in tutto e per tutto un posto di primo ordine all’interno della Commissione. Dal Quirinale fanno sapere che il Capo dello Stato, rivolgendosi al ministro Fitto, “ha formulato gli auguri per l’affidamento dell’incarico, così importante per l’Italia, assegnatogli dalla presidente Von der Leyen nell’ambito della Commissione dell’Unione europea”. Parole che, si spera, verranno ascoltate e rispettate dai dem, che tirano in ballo il Presidente della Repubblica quando più fa comodo – invocando ad esempio la mancata sua firma di qualche legge non gradita – ma un po’ più freddi quando questi ricorda l’importanza dell’unità nazionale, come in questo caso.
Quella di Fitto, secondo Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, è “una nomina prestigiosa, non per il governo Meloni ma per l’Italia. Ma la faziosità, miopia, ostinata e vana ricerca di contrastare questo Esecutivo stanno portando le opposizioni ad affossare la nostra Nazione e il ruolo chiave che questa può giocare in Europa. Non è colpa loro. Come nella favola della ‘rana e dello scorpione’: è la loro natura”.