“Ho molto apprezzato le parole di stima verso Almerigo Grilz pronunciate ieri a Milano alla presentazione del premio in sua memoria, sia dal Ministro alla Cultura, Gennaro Sangiuliano, sia dal Presidente del Senato, Ignazio La Russa, a dimostrazione di quanto il suo grande lavoro sia ancora oggi riconosciuto”
Finalmente dopo quarant'anni di oblio, e purtroppo devo dire quarant'anni di ritardo, finalmente l'Italia ricorda questo giornalista reporter che, varcando i limiti del suo tempo, precorrendo i tempi, fu un appassionato fotoreporter di guerra. Un grande giornalista italiano, triestino, che per i suoi reportage fu un prezioso testimone riconosciuto dai quotidiani e dalle televisioni di tutto il Mondo.
Nel periodo 1982/1987 ebbe il coraggio di documentare la crudezza di conflitti spesso dimenticati, in zone ancora oggi alla ribalta delle cronache di guerra.
Almerigo ci raccontava “storie vere” di quelle terre martoriate, come l'Afghanistan o l'Etiopia o il Mozambico, solo per citarne alcune, dimostrando una passione, una scelta di vita da perseguire con costanza ed umiltà, mettendole anche davanti a se stesso, a costo di trovare una pallottola vera o simbolica che lo fermasse, e purtroppo pose fine alla sua giovane vita proprio una pallottola vagante in Mozambico, durante una cruenta guerra interna, una delle tante subite da povera gente che ieri come oggi vive in povertà estrema.
Questo era l'uomo ricordato con la presentazione di questo premio in sua memoria, ieri a Milano e giovedì a Trieste.
La giuria di questo premio giornalistico, pensato e ideato dal Centro Studi Primo Articolo, a partire dal 2024 a simbolo del riconoscimento professionale del lavoro svolto da tanti giovani talenti, saranno Tony Capuozzo in qualità di Presidente, e come membri: Maurizio Belpietro, Fausto Biloslavo, Giovanna Botteri, Gian Marco Chiocci, Peter Gomez, Mauro Mazza, Gian Micalessin, Gabriele Micalizzi, Gianfranco Peroncini, Gabriella Simoni e Francesco Sembrini.
Almerigo Grilz, a cui Trieste ha dedicato una strada a Barcola, è stato per la mia generazione e spero anche in quelle attuali, un luminoso punto di riferimento, la testimonianza di come la passione politica, la nobiltà di idee e l'amore per il proprio lavoro, l'informazione e la libertà, vadano perseguite anche a costo della propria vita.”
Così ha commentato l'On. Nicole Matteoni, deputata Triestina e membro della Commissione Cultura.