“In questi giorni si è parlato molto di europeismo, si è definito l’europeismo come una sorta di spartiacque su cui è nato il Governo Draghi. Si è tentato di dire che si è europeisti soltanto se si accettano i dogmi di Bruxelles e che si può stare al governo con Draghi solo sostenendo quei dogmi. L’ho detto in Aula al presidente Draghi e voglio ripeterlo oggi che è più corretto definire il nuovo Governo come un governo “federalista europeo”, non come un governo europeista. Perché si può credere nell’Europa anche contestando l’attuale costruzione europea e lavorando per costruire quella che Roger Scruton definiva la “vera Europa”.
Fratelli d’Italia e i conservatori europei credono nell’Europa delle Patrie di De Gaulle, quella dei padri fondatori: un’Europa confederale, che non prevede cessioni di sovranità ma consente agli Stati nazionali di mantenere quella sovranita e di cooperare su alcuni grandi materie. Come la ricerca, la politica estera e la lotta alla pandemia.
Modello confederale e legittimità popolare sono le prerogative dei conservatori. Ed è anche per questo che tra i 44 partiti che aderiscono a ECR non ce n’è neanche uno che stia al governo con le sinistre. Altra ragione per la quale in ogni caso non avremmo potuto aderire al nuovo governo e siamo stati gli unici a votare no alla fiducia verso un esecutivo che è guidato sicuramente da una persona autorevole ma che non è legittimata né direttamente né indirettamente da un voto popolare. Un’anomalia tutta italiana della quale non credo che si debba andare fieri.
Il nostro messaggio sfida la narrazione del mainstream ma è intriso di realismo e futuro, perché l’Unione Europea può fare passi avanti solo se se saprà riconoscere le proprie radici, difendere i suoi valori e cambiare l’attuale costruzione europea, che oggi non è al servizio dei popoli né dei loro interessi”.