Meloni: conservatori credono nell’Europa delle Patrie che non prevede cessioni di sovranità.

Questa mattina il presidente di Fratelli d’Italia e del partito dei Conservatori Europei, Giorgia Meloni è intervenuta con un collegamento video alla giornata conclusiva de “La nostra Europa Academy”, la scuola di formazione politica dei Conservatori europei promossa dal capidelegazione di Fratelli d’Italia in Parlamento Ue, Carlo Fidanza. Ecco il testo dell'intervento.

“In questi giorni si è parlato molto di europeismo, si è definito l’europeismo come una sorta di spartiacque su cui è nato il Governo Draghi. Si è tentato di dire che si è europeisti soltanto se si accettano i dogmi di Bruxelles e che si può stare al governo con Draghi solo sostenendo quei dogmi. L’ho detto in Aula al presidente Draghi e voglio ripeterlo oggi che è più corretto definire il nuovo Governo come un governo “federalista europeo”, non come un governo europeista. Perché si può credere nell’Europa anche contestando l’attuale costruzione europea e lavorando per costruire quella che Roger Scruton definiva la “vera Europa”.

Fratelli d’Italia e i conservatori europei credono nell’Europa delle Patrie di De Gaulle, quella dei padri fondatori: un’Europa confederale, che non prevede cessioni di sovranità ma consente agli Stati nazionali di mantenere quella sovranita e di cooperare su alcuni grandi materie. Come la ricerca, la politica estera e la lotta alla pandemia.

Modello confederale e legittimità popolare sono le prerogative dei conservatori. Ed è anche per questo che tra i 44 partiti che aderiscono a ECR non ce n’è neanche uno che stia al governo con le sinistre. Altra ragione per la quale in ogni caso non avremmo potuto aderire al nuovo governo e siamo stati gli unici a votare no alla fiducia verso un esecutivo che è guidato sicuramente da una persona autorevole ma che non è legittimata né direttamente né indirettamente da un voto popolare. Un’anomalia tutta italiana della quale non credo che si debba andare fieri.

Il nostro messaggio sfida la narrazione del mainstream ma è intriso di realismo e futuro, perché l’Unione Europea può fare passi avanti solo se se saprà riconoscere le proprie radici, difendere i suoi valori e cambiare l’attuale costruzione europea, che oggi non è al servizio dei popoli né dei loro interessi”.

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