Meloni: «Favorevole all’equo compenso ai giornalisti»

Rispondendo alle sollecitazione del presidente del Cnog, Consiglio Nazionale ordine dei Giornalisti, Carlo Bartoli durante la conferenza stampa di inizio anno, la premier Giorgia Meloni si dice d’accordo «su una legge che porta il mio nome (per introdurre l’equo compenso per i giornalisti, ndr) non posso che essere d’accordo, c’è al ministero della Giustizia un Osservatorio insediato e operativo anche con le associazioni dei giornalisti. Io sono assolutamente favorevole e a disposizione, ci sono alcuni Ordini che hanno dato attuazione alla norma. Quindi sono favorevole e a vostra disposizione». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nella conferenza stampa di inizio anno.

La premier Meloni si è anche soffermata sull’opportunità di ragionare su come fare «un salto di qualità nella protezione» dei giornalisti che vanno in giro per il mondo. «Il giornalismo di inchiesta – ha osservato – è una delle cose più straordinarie che abbiamo. In passato ho chiesto al sottosegretario Alfredo Mantovano di promuovere un incontro con i vertici della stampa per capire quali strumenti e regole di ingaggio adottare per proteggere le persone, per evitare situazioni come quella accaduta a Cecilia Sala».

Aperture su «due temi molto importanti che riguardano direttamente la libertà di informazione» che la Federazione nazionale della Stampa italiana «accoglie con favore», commenta la segretaria generale Alessandra Costante.

«Sull’equo compenso per i giornalisti lavoratori autonomi e collaboratori coordinati e continuativi, che oggi vengono sfruttati da molte aziende con retribuzioni molto al di sotto della semplice sussistenza, è necessario che il ministero della Giustizia dia seguito alla proposta elaborata da Ordine e Fnsi, che giace da oltre un anno in un cassetto di via Arenula. Così come il sindacato, nel rispetto del lavoro degli inviati e dei giornalisti d’inchiesta, è disponibile a partecipare al tavolo annunciato dalla presidente del Consiglio e affidato al sottosegretario Mantovano», rileva Costante.

Anche se «dal nostro punto di vista – incalza la segretaria generale – restano però insolute le questioni sulla libertà di stampa che riguardano la modifica all’articolo 114 del Codice di procedura penale, la presunzione di innocenza, le azioni legali temerarie, la proposta di legge sulla diffamazione a mezzo stampa, per la quale continuiamo a chiedere la depenalizzazione».

Fra le questioni sollevate dal presidente Bartoli in apertura della conferenza stampa, oltre all’allarme «su una serie di provvedimenti legislativi che restringono in maniera preoccupante la libera informazione in materia di cronaca giudiziaria e cronaca nera», la riforma della professione e sulle norme che regolano l’autogoverno della professione»; un ringraziamento al Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria guidato dal sottosegretario Alberto Barachini per «l’opera attenta e tenace di sostegno» al settore e l’irruzione dell’intelligenza artificiale nelle redazioni.

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Giovanni Curzio
Giovanni Curzio
Giovanni Curzio, 21 anni, napoletano, studente alla facoltà di Giurisprudenza della Università degli Studi Suor Orsola Benincasa. Da sempre è appassionato di giornalismo sia di cronaca che sportivo. Collabora anche con agenzie di stampa ed emittenti radiofoniche e televisive della Campania.

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