Meloni, il Governo da record: stabilità rara per l’Italia e leadership in Europa

Con quasi due anni alla guida del Paese, il Governo Meloni ha superato molti esecutivi degli ultimi decenni. La sua longevità e stabilità straordinaria pongono una domanda cruciale: perché l'Italia non si dota di un sistema che incentivi la formazione di governi duraturi? Il premierato potrebbe essere la risposta per garantire affidabilità e continuità politica

Il Governo Meloni è già uno dei più longevi della storia repubblicana. A quasi due anni dalla vittoria delle elezioni europee del 2022 – era il 25 settembre – e a un anno e undici mesi dall’ascesa di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi – il 22 ottobre – il distacco con gli altri esecutivi, specialmente quelli degli ultimi decenni, inizia a diventare importante: il governo Draghi si è fermato a 616 giorni, un anno e otto mesi; i governi Conte si sono fermati rispettivamente a 461 e 527 giorni, nessuno dei due ha superato la soglia dell’anno e mezzo; durata simile per il governo di Paolo Gentiloni, rimasto in carica per 536 giorni, un anno e cinque mesi. Andando a ritroso negli ultimi anni, con l’eccezione del governo Renzi, tutti gli altri esecutivi sono già stati sorpassati da quello attuale in quanto a durata: il Governo Meloni è a 699 giorni, è già il nono più lungo della storia repubblicana e, entro la fine dell’anno, si accinge a diventare il settimo, superando i governi De Gasperi VII, Prodi II (che in realtà, per giorni effettivi in carica, è stata già ampiamente sorpassato). Non male per il primo Presidente del Consiglio donna della storia.

Un governo eccezionale

A stupire, nel confronto con il passato, è la ritrovata stabilità dell’esecutivo italiano. Il centrodestra appare forte e unito, i partiti che lo compongono riescono ancora a crescere nei consensi, cosa quasi mai vista per forze politiche al governo, specie in una Nazione come l’Italia dove fare opposizione certo appare più elettoralmente remunerativo rispetto a sedersi a Palazzo Chigi e governare con tutti i vincoli di un Paese indebitato come il nostro. Un’unione, quella del centrodestra, che continua a non vacillare: un unicum nella nostra democrazia, dove la grande divergenza delle forze politiche non ha mai contribuito a formare governi forti. Non a caso, è il centrodestra a funzionare meglio di tutti: i due governi più longevi sono stati guidati da Silvio Berlusconi, il secondo e il quarto, mentre tra le prime posizioni non si scruta nessun altro governo degli ultimi venti anni se non con l’esclusione del Governo Renzi, anche se staccato di oltre quattrocento giorni (quindi di più di un anno) dal primato. Il Governo Meloni è dunque l’eccezione che conferma la regola: rimanere in carica, a quasi due anni di distanza dalla sua elezione, senza neppure l’ombra di una crisi di governo, è un fatto che stupisce. L’esecutivo sta combattendo il problema atavico delle crisi di governo extraparlamentari, la sua eccezionalità dà dimostrazione di come sia difficile stare in carica per così tanto tempo e di quanto serva all’Italia una riforma che ristabilizzi il quadro politico.

Perché non può essere strutturale?

Non deve però essere così: il Governo Meloni, che è eccezionale nella sua stabilità, non dovrebbe esserlo. L’Italia merita costantemente quell’affidabilità che Giorgia Meloni le ha riconsegnato: un’affidabilità che, pur basandosi soprattutto sulla serietà delle forze politiche che compongono l’esecutivo e sul loro lavoro, ha permesso alla nostra Nazione di raggiungere alcuni importanti obiettivi. Con un governo forte, l’Italia è riuscita a imporsi nei consessi comunitari, a influenzare e talvolta a guidare le politiche europee, a ricevere un ruolo di peso nella Commissione europea. Ripercussioni positive si sono avute anche in campo economico e specialmente finanziario, con il debito pubblico che sta tornando nelle mani delle famiglie italiane, con gli investitori esteri che hanno smesso di speculare sull’Italia, con le agenzie di rating che stanno rivalutando l’affidabilità della nostra Nazione, con il rischio di insolvenza che è drasticamente calato, con lo spread ai minimi storici da mesi. Perché, dunque, questa condizione deve essere eccezionale? Perché, piuttosto, l’Italia non può dotarsi di un sistema costituzionale che invece incentivi la formazione di governi duraturi e stabili? E, domanda da un milione di dollari, perché la sinistra non comprende – anzi, non vuole comprendere – che avere un tale sistema le sarebbe favorevole, in caso di sua vittoria alle elezioni? Cosa c’è che frena la sinistra davanti al premierato? Chiusure ideologiche? Peso delle responsabilità? Timore di fallire? Paura di non poter governare più senza il consenso dei cittadini? Un po’ di tutto questo, potremmo dire.

Stabilità internazionale

Non solo sul lato interno, però, il Governo Meloni si dimostra eccezionale: in campo internazionale, infatti, nessun altro esecutivo tra i big riesce attualmente a eguagliare quello italiano. Olaf Scholz in Germania trema sotto i colpi di mutamenti storici e radicali dell’elettorato tedesco, lo stesso vive Emmanuel Macron in Francia e il suo Ensemble che cala vertiginosamente nei consensi; Joe Biden, garantito dal sistema costituzionale americano, sarebbe caduto già da un pezzo nel nostro; Keir Starmer non fa testo, è appena diventato premier britannico, ma i suoi predecessori sì, con la Gran Bretagna che negli ultimi dieci anni ha vissuto un periodo di incertezza politica insolito per il regno dei Windsor; lo spagnolo Pedro Sanchez è dovuto scendere a compromessi con gli indipendentisti catalani. E in questo contesto di generale instabilità, che si ripercuote anche sull’economia globale, Giorgia Meloni resta convintamente a guida della Nazione: la leader di Fratelli d’Italia è l’unico premier ad aver vinto le elezioni europee, non ha sacrificato le sue posizioni politiche votando no alla von der Leyen ma è riuscita comunque a ottenere una vicepresidenza esecutiva all’interno della Commissione, permettendo così all’Italia di apparire forte nei consessi internazionali e nei mercati. Cittadini e investitori ringraziano.

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1 commento

  1. Brava Giorgia, prego Dio che ti dia la forza d’animo e la saggezza per proseguire sempre così, fino a dimostrare anche a chi non la vede, (o non la vuol vedere) la tua lealtà di fare sinceramente il bene della nostra Patria. Io ne sono convinto e per questo di dico Grazie!

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