All'indomani dell'incontro nello studio ovale tra Italia e Usa si possono tirare le somme e chiudere il bilancio in positivo.
I due paesi, “legati da una comunanza di valori, storia, cultura e identità”, hanno ribadito la solida alleanza, il partenariato strategico e l'amicizia che intercorre fra di loro.
È stata evidenziata la convergenza di interessi, da perseguire in particolare nei settori dell'energia, della difesa, delle infrastrutture, dello spazio e dei semiconduttori.
Particolare attenzione è stata rivolta al dossier Ucraina, in cui NATO, Ue e tutti paesi affini hanno mostrato una grande unità. Come ribadito anche in altre sedi, la postura italiana è stata particolarmente apprezzata e rispettata. Su questo, il Presidente Meloni, durante le dichiarazioni alla stampa a Capitol Hill, ha ribadito: “Gli Stati Uniti sono consapevoli dei sacrifici e degli sforzi che gli italiani stanno facendo e condividono che vengano condivise responsabilità e conseguenze, c'è grande attenzione per le nostre necessità”.
Grande interesse anche per il lavoro che il governo Meloni sta facendo sull'Africa, definita come “una porzione di scacchiera molto importante”, alla quale tuttavia non era stata rivolta la giusta attenzione prima della spinta italiana. Il nostro Paese ha concretizzato tale interesse con iniziative quali la recente Conferenza internazionale su sviluppo e migrazioni, l'accordo UE-Tunisia e l'interlocuzione avviata personalmente dal Presidente italiano con vari attori del sud del Mediterraneo, nell'ottica di realizzazione del Piano Mattei, sul quale, si è appreso, da parte americana c'è “voglia di collaborare”.
Disattendendo le aspettative, non si è parlato in modo diretto di Via della Seta, ma c'è stato un più generale confronto sull'approccio nei confronti della Cina. Ciò nonostante, sul tema del memorandum Roma-Pechino va ribadito che su questo, e in generale sui rapporti con la Cina, gli Stati Uniti nulla hanno a che pretendere, e, a dispetto di fantasiose narrazioni interne la serietà e l'affidabilità del partner italiano non sono state di certo messe in dubbio.
Entrambi i Paesi hanno convenuto la necessità di creare un dialogo costruttivo, ma che tuttavia sia necessario anche “incentivare Pechino ad essere responsabile”, favorendo allo stesso tempo uno stretto to coordinamento tra Ue e Usa per contrastare i fattori destabilizzanti per il sistema internazionale.
Altro fascicolo caldo è stato quello sulla difesa. Il Presidente Meloni ha fatto riferimento a come l'Europa in passato non abbia fatto i dovuti investimenti in questo settore. Ci si lamenta spesso della eccessiva ingerenza statunitense nella politica di difesa europea, ma allo stesso non ci vuole impegnare per investire nella difesa. Tutto ciò rappresenta un grosso paradosso. Ad oggi occorre che anche l'Europa si faccia carico della difesa e delle relative spese da sostenere, il che se si guarda al complesso panorama internazionale appare essere la mossa più giusta da seguire. Su questo, Meloni ha ribadito il suo appoggio alla creazione di una colonna USA e di una colonna EU dell'Alleanza.
I colloqui hanno rappresentato inoltre una prova preliminare per la prossima presidenza italiana del G7, che sarà occasione per il Governo Meloni per dimostrare quanto la visione italiana e le idee proposte siano valide e in grado di trovare una loro collocazione nella realtà, sperando che possano stupire anche i più diffidenti e consegnare al mondo una nuova e migliore immagine di Italia Paese forte, sicuro di sé e rispettabile.
Questa immagine è stata oggi confermata dall'incontro con Biden, a riprova del fatto che le relazioni con gli Stati Uniti godono di ottima salute. E non poteva che essere così perché, come ribadito dal premier italiano, “le relazioni tra stati prescindono dal colore dei governi”. Ma non solo, perché è stato da più parti confermato come Giorgia Meloni sia una leader apprezzata, capace di “guardare avanti”, e le cui idee vengono ascoltate, vengono seguite.
È esattamente questa la carta vincente dell'Italia in questo momento storico; un'Italia che vede nel dialogo il tassello fondamentale per intensificate le relazioni internazionali. “Bisogna parlarsi. È un lavoro faticoso ma che porta i suoi frutti. Il lavoro di dialogo porta i frutti”, come confermato dal Presidente del Consiglio.
E i frutti del Governo Meloni si stanno vedendo ogni giorno di più, grazie alla lucidità, ad un'ottima capacità di analisi e ad un modo di porsi impeccabile del premier. Tutto ciò ha riportato l'Italia ad essere una colonna portante nel teatro internazionale.
Anche a Washington il capo dell'esecutivo non si è mostrato secondo a nessuno, nemmeno a quella che può essere definita la più grande potenza mondiale, tanto da dire che “Non mi sento come Cenerentola. Sono consapevole della nazione che rappresento, del ruolo che ho. E sono concentrata su questo”.