Si è tenuto questa mattina a Baku l’intervento di Giorgia Meloni, che si è rivolta al pubblico della COP29 toccando punti cruciali in tema di ambiente e cambiamento climatico.
La premier ha sottolineato, innanzitutto, come la Conferenza azera si configuri quale lineare proseguimento di quello che è stato il vertice di Dubai del 2023, quando i leader mondiali si erano posti obiettivi ambiziosi come quelli di “triplicare la capacità di generare energia rinnovabile nel mondo e raddoppiare il tasso globale di miglioramento dell’efficienza energetica entro il 2030.”
“Per raggiungere questi obiettivi è necessaria la collaborazione di tutti”, ha evidenziato Meloni nel corso del suo discorso, aggiungendo che in Azerbaigian sarà fondamentale lavorare per “adottare un nuovo obiettivo di finanza per il clima”. E per fare ciò, “è necessario condividere le responsabilità, superando le divisioni tra Nazioni sviluppate, economie emergenti ed economie in via di sviluppo.”
In questo senso, il capo dell’esecutivo ha voluto ribadire anche quale sarà il ruolo dell’Italia in questo importante percorso: “L’Italia intende continuare a fare la propria parte. Destiniamo già gran parte degli oltre quattro miliardi di euro del Fondo per il Clima al Continente africano e continueremo a sostenere iniziative come il Green Climate Fund e il Loss and Damage Fund, oltre che a promuovere il coinvolgimento delle Banche multilaterali di sviluppo. Ma è altrettanto prioritario che il processo di decarbonizzazione prenda in considerazione la sostenibilità dei nostri sistemi produttivi e sociali.”
Giorgia Meloni ha poi ricordato come il nostro paese durante la presidenza G7 abbia portato avanti iniziative concrete, quali l’Energy for Growth in Africa, per lo sviluppo di infrastrutture per la produzione e distribuzione di energia verde, e l’Adaptation Accelerator Hub, per sostenere le Nazioni più vulnerabili negli interventi di adattamento e mitigazione dei cambiamenti climatici, oltre ad aver organizzato la prima riunione del Gruppo mondiale per l’energia da fusione promosso dall’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica.
Altro punto saliente menzionato nell’intervento italiano è stato quello relativo alla costruzione di una nuova diplomazia energetica, che moltiplichi le occasioni di cooperazione tra Nord e Sud del mondo, perché i destini di tutti noi “sono interconnessi, e dalle connessioni energetiche possiamo trarre grandi opportunità.”
Il Presidente del Consiglio ha infine posto l’attenzione su quella che è forse la parte più importante quando si parla di ambiente, e cioè la visione che un popolo, uno Stato deve avere. E questa visione, per l’Italia, è una “visione globale realista”, che vede la difesa della natura “con l’uomo al centro”.
Perché, come è chiaro, “un approccio troppo ideologico e non pragmatico su questo tema rischia di portarci fuori strada verso il successo. La strada giusta è quella della neutralità tecnologica, perché attualmente non esiste un’unica alternativa all’approvvigionamento da fonti fossili.”