“Meloni obbedisce”: la risposta di Giorgia che ha fulminato Prodi

Dal discorso di Giorgia Meloni di ieri, nelle conclusioni della settimana di Atreju, possono scovarsi vari spunti di riflessione interessanti. C’è l’impegno del governo italiano dal punto di vista economico, i risultati ottenuti nella lotta all’immigrazione clandestina, che si lega ai business della mafia degli scafisti e della camorra, nel silenzio dei guru dell’antimafia. Ma i giornali progressisti, che hanno sottolineato un presunto ritorno di Meloni “alle origini senza la maschera della moderazione” – questo, ad esempio, si legge su Repubblica questa mattina – hanno preferito sottolineare le sue risposte alle critiche mosse dalla sinistra. Come se la premier non avesse il diritto di rispondere ad attacchi che spesso le vengono rivolti anche a livello personale. Malgrado, rispondendo, non abbia utilizzato certo i toni che utilizzano taluni sindacalisti quando si ergono a capopopolo. Ogni riferimento a Maurizio Landini è puramente voluto. In ogni caso per un momento, ignorando le parole molto spesso profonde pronunciate da Meloni sul palco della sala Cristoforo Colombo di Atreju, ci soffermiamo su ciò che ha fatto impazzire di più la sinistra: la risposta, tanto dura quanto dovuta, alle parole di Romano Prodi.

L’ex premier e leader della sinistra di tanto in tanto è solito tornare con qualche sfuriata contro l’attuale Presidente del Consiglio. Lo fa probabilmente nel tentativo di dare maggiore autorevolezza a una sinistra che non ascolta più nessuno e fatica ad arrivare alle persone comuni, anche se non si capisce in che modo potrebbe farlo, in sua rappresentanza, Romano Prodi. Tornando al fatto: alcuni giorni fa Prodi, intervistato da Corrado Formigli, spiegò che Giorgia Meloni è apprezzata a livello internazionale perché “obbedisce”, e non perché ha capacità, qualità, è coerente o autorevole. Allora nel momento degli “Ipse dixit”, le grandi citazioni dei benpensanti smentite dai fatti, Meloni ha avuto modo di rispondergli: “Vi confesso che quando ho letto gli improperi isterici che Romano Prodi mi lancia da giorni ho aperto una bottiglia del mio vino migliore e ho brindato alla mia salute. Igni patriota deve essere fiero di avere gli improperi di Romano Prodi: signori, siamo ancora dalla parte giusta della storia”.

Poi Meloni ha risposto anche nel merito: “Diverse cose che ha fatto nella sua vita, dalla svendita dell’Iri fino al modo in cui l’Italia è entrata nell’Euro, passando per il ruolo determinante che ha avuto per l’ingresso della Cina nell’Organizzazione mondiale del Commercio, dimostrano che di obbedienza se ne intende parecchio”. La folla accorsa ad Atreju era ormai in visibilio. Le parole della premier sono state precise e dirette e non hanno bisogno di spiegazioni ulteriori: era molto difficile accusare una donna libera come Giorgia Meloni di essere assoggettata al volere dei potenti. E diventa molto più complicato se fai parte di quella sinistra del “ce lo chiede l’Europa”. “Ma proprio perché noi abbiamo imparato da persone come lui che obbedire non porta bene né alla Nazione né all’Europa, abbiamo fatto la scelta diametralmente opposta”, ha infine detto Meloni. È la scelta di essere fieri delle proprie idee, di mostrarsi e di essere forti delle proprie convinzioni, anche se nel breve periodo non producono risultati: dire sempre la propria senza convincimenti vuol dire far capire di non essere ricattabile.

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