L’obiettivo della riunione d’urgenza convocata dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, è quello di evitare l’escalation del conflitto in Medio Oriente, “lavorando congiuntamente per favorire una riduzione delle tensioni, a partire dall’applicazione della risoluzione 2735 a Gaza e della risoluzione 1701 per la stabilizzazione del confine israelo-libanese.” In particolare, la missione UNIFIL, istituita nel 1978, aveva il compito di monitorare il cessate il fuoco e prevenire una escalation tra Israele e le fazioni libanesi, un ruolo ampliato con la Risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu 1701, adottata il 12 agosto 2006, al termine della guerra tra Israele e Hezbollah in Libano. Essa prevedeva il cessate il fuoco immediato, la fine delle ostilità da entrambe le parti e il ritiro delle forze israeliane dal Libano meridionale. Ma uno degli elementi chiave della risoluzione era la creazione di una zona smilitarizzata a sud del fiume Litani, vietando lo stoccaggio di armamenti non autorizzati, ad eccezione delle forze armate regolari libanesi e UNIFIL. Il documento prevedeva anche il rafforzamento della missione stessa, affidandole il compito di monitorare l’area e prevenire nuove escalation militari. Il Presidente Meloni, non nasconde la profonda preoccupazione ‘’per gli sviluppi in corso’’.
Che potrebbero avere ripercussioni anche sui 1.200 militari italiani impegnati in Libano nella missione Unifil, che potrebbero avere grossi problemi in uno scenario di guerra come quello attuale. Questione su cui Crosetto sollecita per iscritto le Nazioni Uniti da almeno sei mesi, tanto che ieri il ministro della Difesa ha detto che l’Italia è ‘’pronta a esfiltrare i connazionali’’ ,i 3.200 civili italiani sono già stati invitati a lasciare il Paese.
Il G7, riunito in videoconferenza dalla premier italiana, intensifica il coordinamento per tentare di spegnere la polveriera in Medio oriente, concordando sul fatto che una ‘’soluzione diplomatica sia ancora possibile’’. Palazzo Chigi parte dalla ferma condanna dell’attacco iraniano ad Israele, che ribadisce al termine della riunione. Forte il messaggio di sostegno allo Stato ebraico, il cessate al fuoco a Gaza è fondamentale per normalizzare il confine con il Libano. In questo quadro l’Italia ha chiesto all’Onu di ‘’rendere più efficace il mandato della missione Unifil’’, alla luce del deterioramento della situazione sul terreno, soprattutto dopo l’annunciata risposta di Israele all’attacco missilistico di Teharan, che moltiplicherebbe i rischi di un conflitto su scala regionale. Dalla strage in Israele, avvenuta il 7 ottobre, per mano di Hamas, la situazione si è particolarmente aggravata, perciò il monito del governo, condiviso dagli altri Paesi è quello di lavorare il più possibile per frenare il ricorso alla violenza.