In UE si credono tutti furbi a spese nostre. Parliamo di immigrazione? Allora porte aperte – le nostre – e confini chiusi, degli altri. Si rinnovano di anno in anno le sanzioni alla Russia per la crisi Ucraina? L’Italia perde 3 miliardi all’anno, ma la Germania della Merkel si accorda con Putin per il raddoppio del gasdotto Nord Stream 2.
L’ultima puntata di questa tragica commedia è la messa in scena sulla cosiddetta “Nuova Via della Seta”, che per la parte che coinvolge l’Italia, viene discussa all’interno dell’ipotesi di accordo tra le due Nazioni conosciuto come Memorandum Cina – Italia. L’intesa si sviluppa all’interno del rafforzamento del sistema di comunicazione commerciale marittima del gigante cinese, con l’Italia che dovrebbe condividere progetti come strade, ferrovie, ponti, aviazione civile, porti, energia — tra cui fonti rinnovabili e gas naturale — e telecomunicazioni»; investimenti bilaterali, oltre che comuni in Paesi terzi, e tutto questo avverrà, sia in Italia che all’estero; collaborazione finanziaria, cercando sinergie fra le istituzioni dei due Paesi o finanziando congiuntamente progetti in Italia e all’estero; collaborazione culturale, universitaria e in ambito Unesco; nonchè la cooperazione allo sviluppo ecosostenibile.
Si tratta di un buon affare per l’Italia, ma soprattutto di una bozza di accordo molto simile a quella già firmata – al netto di Gran Bretagna, Francia e Germania che già collaborano da tempo con i cinesi, da Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Grecia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Portogallo, Slovacchia e Slovenia. Il Lussemburgo è invece in trattativa.
Eppure ecco arrivare, puntuale, la levata di scudi contro il nostro Paese. Infatti, il vicepresidente della Commissione Europea Jyrki Katainen prova a richiamare l’Italia all’ordine delle “regole europee”, svegliandosi solo ora, mentre, come abbiamo scritto, un memorandum simile era già stato firmato da altri 13.
Gli fa eco Tajani (Forza Italia), Presidente del Parlamento UE che accusa il Governo di dare in pasto il nostro debito pubblico ai cinesi, in cambio dei porti di Genova e Trieste, supportato da un forse confuso, o vittima di un ordine di scuderia del PPE, Berlusconi che annuncia addirittura rischi per la nostra libertà. Il PD, è banale ribadirlo, non perde occasione per unirsi a questo coro, visto che è da sempre il portalettere degli interessi stranieri in Italia, ma è dal sovranista di Governo, Matteo Salvini, che arriva la posizione clamorosamente in linea con questi ultimi. Infatti, il leader leghista, in buona compagnia con Forza Italia, Partito Democratico, Juncker e affini, crea una nuova spaccatura nel Governo giallo-verde, parlando di un “rischio colonizzazione” da parte della Cina, ponendo critiche sul progetto da diversi miliardi di euro.
Unica voce fuori dal coro quella di Giorgia Meloni, Presidente di Fratelli d’Italia, che fermo restando la piena tutela di tutti i nostri asset strategici, ha dichiarato : “io mi schiero con l’Italia, come sempre. Io decido sulla base dell’interesse nazionale italiano. Gli accordi con la Cina: mi convengono o no? Abbiamo chiesto al governo di riferire in aula”.
Meloni a parte, il quadro della politica nazionale, su un accordo di importanza strategica come questo è talmente desolante che a vestirsi da sovranista, vista la scarsezza di quelli al Governo, si è ritrovato costretto il Presidente Mattarella che dovrebbe essere il più europeista e filo atlantista di tutti (l’accordo, lo ricordiamo, mette in allarme anche l’alleato USA, ma le motivazioni in questo caso sono molto più comprensibili).
Pertanto dal Quirinale si sono ritrovati costretti a far filtrare il pensiero del Capo dello Stato che fa sapere di ritenere le polemiche sul Memorandum eccessive e forse interessate. Per l’inquilino del Colle, il nostro accordo con la Cina è trasparente e retto da regole addirittura più incisive di quelle dettate da Bruxelles, per cui la levata di scudi contro l’Italia sembra più una questione di pregiudizio nei nostri confronti che una reale preoccupazione relativa a un rischio colonizzazione da parte del “dragone rosso”. Come a dire che anche secondo Mattarella in Ue si sono messi in testa che quando si tratta di affari vantaggiosi, gli altri possono e l’Italia no. E questo non va bene. Tanto che dopo questa uscita “pesante” da parte del Quirinale, la Commissione Ue sembra già aver aggiustato il tiro.
Si tratta di una presa di posizione fortissima, visto il il curriculum politico del personaggio da cui proviene, ma soprattutto storica. Per la prima volta in Italia c’è un esecutivo populista, sedicente sovranista, ma è il vecchio democristiano, Capo dello Stato filo UE e USA a dover difendere l’interesse nazionale.
Forse, per alcuni che hanno scoperto il sovranismo solo di recente, servirebbero corsi di recupero accelerati per imparare ad affrontare situazioni come questa.