“Cari ragazzi non si vive di solo “dirittismo”: imparate, invece, a vivere nel mondo reale fatto di persone che lavorano. Imparate, piuttosto, a rimboccarvi le maniche per aiutare chi ogni giorno s’impegna a garantirvi di poter studiare. Perché gridare allo scandalo per pagare 2.15 euro un pasto completo in mensa universitaria è letteralmente un insulto alla povertà, un’offesa a quei genitori che per i propri bambini pagano più del doppio, uno schiaffo a chi ogni giorno si alza presto per mantenere in vita la propria attività, per pagare le bollette, a volte per sopravvivere, nemmeno vivere. Anziché manifestare, dovreste ringraziare i cittadini piemontesi che con le loro tasse vi permettono di avere una tariffa tra le più basse d’Italia e di studiare in una Regione che vi garantisce più di 60 milioni di euro di borse di studio. Andate a vedere in Emilia Romagna dove le tariffe si aggirano in media sui 5,70 euro a pasto. Non è dunque mia intenzione, e non lo sarà in futuro, ricevere alcuna delegazione di studenti per questa protesta specifica perché so bene qual ė il valore del tempo e proprio per questo preferisco dedicarlo a lavorare. A voi un consiglio: correte a studiare”. Lo dichiara l’assessore al diritto allo studio universitario della Regione Piemonte Elena Chiorino a margine della protesta di questa mattina in Piazza Castello contro l’aumento delle tariffe delle mense universitarie da parte di alcuni studenti.
Ottima risposta, che supplisce a quella mancanza di educazione per cui lo studente finisce per credere che studiare vuol dire anche protestare ovvero cercarne i motivi anche quando non ci sono