Ci avete fatto caso? adesso i paladini del Mes sono passati dall’improbabile “serve più a noi che alla Germania” alla carta del “non si può far fallire gli istituti tedeschi perché l’Italia ci rimetterebbe di più che salvarle”. Del resto la valanga di titoli tossici detenuta dalle banche tedesche parla da sè e piano piano sta cadendo il castello di menzogne degli appassionati europeisti.
Prendiamo la Deutsche Bank : l’istituzione bancaria più importante del Paese oggi conta 43 mila miliardi di euro di derivati, ma c’è di più: Deutsche Bank è il caso più emblematico ma non è certo l’unica banca tedesca in sofferenza, perché il valore dei titoli tossici tedeschi è solo la punta dell’iceberg di quello che sta accadendo in Europa. Come fa notare il quotidiano Milano Finanza, che cita un rapporto dell’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (Esma), il mercato europeo dei derivati, a fine 2018, ha raggiunto un valore nozionale lordo di 735 mila miliardi di euro, con una crescita annua che si attesta intono al + 11%.
Guardacaso tra le novità c’è l’introduzione di un paracadute da 70 miliardi di euro per aiutare i paesi a risolvere le proprie crisi bancarie nel caso di carenze di fondi.
C’è poi un’altro aspetto inquietante riguardo l’atteggiamento del premier Conte, che ha avallato la riforma del Mes senza prima avvisare il Parlamento.
Mentre in Italia la legge Moavero sugli obblighi di coordinamento tra Parlamento e ministri che vanno in Europa “è una foglia di fico”, l’articolo 34 del Mes “dice che i ministri che lavorano dentro il Mes sono tenuti al segreto professionale, come un qualunque dirigente di banca”.
Quindi, ad esempio, se Gualtieri o GIuseppe Conte venissero interrogati sui contenuti delle discussioni tematiche sulla riforma del Mes, sarebbero tenuti a un taciturno diniego di conferire alcuna risposta. La stessa cosa non vale però per la Germania, dal momento che quest’ultima “è un membro del Mes a statuto speciale”.
Come spiega il professore ordinario di diritto costituzionale nella facoltà di giurisprudenza dell’Università Cattolica di Milano Alessandro Mangia, “nel 2012 La Corte costituzionale tedesca ha bloccato ratifica e promulgazione del trattato” a patto “che l’ obbligo al segreto professionale non valesse di fronte al parlamento federale tedesco” e a patto “che il contribuente tedesco avesse comunque il controllo, attraverso il Parlamento, dell’ operato del Mes e delle contribuzioni della Repubblica Federale a questa banca sovrana”. La Germania ha insomma anestetizzato con largo anticipo gran parte del contenuto del Mes. Cosa significa questo? Che certe parti del trattato esistono in Italia, in Francia o in Portogallo ma non in Germania.
Insomma, se mai ce ne fosse stato bisogno, appare sempre più evidente di quanto il Mes si configuri come una trappola per la nostra nazione.