Nei giorni scorsi, Roberta Metsola, Presidente del Parlamento europeo, ha dichiarato inaccettabile il veto sulla riunione delle destre europee, arrivato dal comune belga di Saint-Josse, attestando di aver gradito la presa di posizione del Premier De Croo, che a quanto pare sarebbe sfavorevole alla decisione presa dall’amministrazione locale.
Ennesimo attacco nei confronti della pluralità, in un’Europa che forse cambierà a breve, ma che evidentemente è stata vittima di una fortissima propaganda ideologica, stando alle considerazione sui divieti di Saint-Josse.
Sarebbe interessante comprendere pienamente le dinamiche di questa totale chiusura mentale nei confronti della destra in Europa, ma la risposta sembra già ben chiara: la mentalità progressista a cui abbiamo assistito durante questi anni, è stata utilissima per demonizzare i propri avversari europei, peccato che il sistema politico si sia rivelato effettivamente una debàcle sul “campo largo”, come si suol dire al giorno d’oggi.
Secondo Roberta Metsola, l’avvenuto boicottaggio nei confronti della kermesse conservatrice “Non doveva succedere e non deve succedere di nuovo”, un’asserzione del tutto corretta, ma il problema si manifesta su ben altre sponde: condannare un’iniziativa diversa dai parametri politici correnti è il risultato di un’ostinazione dovuta all’egemonia del pensiero unico, specialmente quando si parla di coalizioni che propongono metodi alternativi nella risoluzione di una problematica. Il dramma è che quando non si hanno più argomenti con cui controbattere, nel momento in cui la visione politica risulta essere ben realista, si passa alla dialettica del “bastian contrario” e del rigetto a priori per la convinzione surreale di essere nel giusto.
Se non altro, durante questi anni, le destre europee sono riuscite a sopravvivere nonostante gli innumerevoli attacchi subiti e le delazioni su “Razzismo”, “Autoritarismo” e molto altro ancora: proprio dagli stessi che non accetterebbero per nulla al mondo una sconfitta elettorale sul campo.
Sembra che però stavolta il caso dell’assemblea vietata alle coalizione della destra europea sia prevalentemente frutto di una censura degna di un paese totalitario: il motivo per cui il Premier Van de Croo si è distaccato dalla scelta comunale non è abbastanza, perché quando si parla di libertà d’espressione e democrazia, a quel punto bisogna tutelare il diritto dei presenti a svolgere le proprie attività serenamente.
Viene quasi da sorridere quando si parla di argomenti come questo, soprattutto se si pensa che qui in Italia c’è chi si indigna per un esecutivo conservatore al Governo, bruciando sulla pubblica piazza le immagini di un Premier come se questo rappresentasse una dittatura sanguinaria.
Bene ha fatto Metsola a distanziarsi, criticando la scelta e segnando – finalemente – un punto sul tabellone della pluralità: una democrazia, anche quando istituzionalmente continentale, necessita di saper difendere i valori di cui si fa portatrice. Applicare la teoria al pragmatismo, specialmente se morale, distingue la libertà di pensiero dai soliti “sensi unici alternati”.