“L’attacco sistemico messo in atto contro le politiche del governo Meloni da parte di alcuni esponenti della magistratura merita di essere smascherato. Per questo metteremo nero su bianco una interrogazione parlamentare per chiedere al ministro della Giustizia come sia possibile che magistrati che finanziano le ONG e hanno esplicitato in più occasioni la propria contrarietà verso le politiche del governo in tema di lotta all’immigrazione clandestina siano gli stessi chiamati poi a decidere sui respingimenti. Piu che ravvisare una incompatibilità funzionale, c’è da chiedersi se non sia il caso che chi ha posto in atto queste condotte sia assegnato ad altra sezione. Ciascuno ha diritto di avere le proprie idee, di manifestarle liberamente, di gridarle a testa alta. Nessuno lo nega. Ma chi veste la toga dovrebbe sapere bene che il primo requisito per l’esercizio delle proprie funzioni è l’imparzialità nell’applicazione della legge che non può essere strumento per vedere attuate le proprie idee. Silvia Albano, la giudice del tribunale di Roma che ha detto no ai trattenimenti di 12 migranti in Albania e ha disposto di riportarli in Italia, è la stessa che un anno fa aveva annunciato battaglia contro il piano del governo Meloni per fermare l’immigrazione clandestina e, ancora, la medesima che difendeva a spada tratta la collega Apostolico che a Catania manifestava contro i porti chiusi.
Chi mira a sovvertire l’ordine costituzionale e la separazione tra poteri dello Stato non è certo, quindi, il governo di Giorgia Meloni. I responsabili sono piuttosto coloro che, nelle fila della magistratura, al posto di rivestire un ruolo ‘terzo e imparziale’ trovano escamotage per disapplicare le norme dello Stato”.
Così Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati.