Migranti, Governo Meloni aumenta rimpatri grazie ad accordi nel Mediterraneo

Continua il calo degli sbarchi. Continua il trend positivo che sorride all’Italia. Un risultato ottenuto dal Governo Meloni e dalla sua strategia, che non accetta mezzi termini: la lotta è contro i trafficanti di esseri umani, contro chi lucra sulla fame e sulla disperazione dei popoli africani, su chi incentiva la condizione di arretratezza del continente per il proprio business illegale.

La risposta è stata forte e da un anno ormai gli sbarchi in Italia sono drasticamente calati: calo che i dati confermano al 62% rispetto al 2023, anno in cui le contingenze internazionali avevano gravemente favorito il traffico nel Mediterraneo. Ora, le iniziative promosse dal Governo Meloni stanno funzionando, accordo con la Tunisia in primis, e a seguire quello con Egitto e la riconferma di quello con la Libia. Tra la fine di agosto e l’inizio di settembre, entrerà in vigore anche quello stipulato a novembre 2023 con l’Albania di Edi Rama: a breve saranno pronti i due centri per i rimpatri costruiti in territorio albanese, sulla sua costa adriatica. Il tutto per sfoltire il carico di uomini che giunge nei nostri porti e che rischia la vita attraversando il Mediterraneo.

Il modo migliore per garantire a queste persone un futuro, non è certo incentivando il traffico di denaro nelle mani delle organizzazioni criminali, permettendo loro di accedere nelle nostre città con scarsissime prospettive di integrazione. Questo, Giorgia Meloni l’ha capito da un pezzo e lo sta applicando ora che è la titolare di Palazzo Chigi. Esportando il “modello Italia” anche in Europa, cercando il dialogo e la collaborazione di tutti gli attori in campo. Europa che finalmente, con le pressioni della premier, sembra sempre più propensa, in fatto di immigrazione, a seguire la linea dell’esecutivo di centrodestra. Nel suo discorso di insediamento da presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen ha ribadito l’impegno a contrastare il traffico illegale di uomini, a fermare il business delle organizzazioni criminali e a rimpatriare chiunque sia giunto nel continente senza però averne diritto.

Buone notizie arrivano su questo ultimo fronte: oltre, infatti, i circa 60mila sbarchi di differenza tra quest’anno e lo stesso periodo dell’anno precedente, con conseguenziale aumento degli sbarchi in Grecia e Spagna, più restie a dotarsi di un piano ben oliato come quello ideato da Giorgia Meloni (il che deve far capire alla sinistra quanto sia importante provvedere a sviluppare un piano d’insieme che coinvolga tutti gli attori in campo), uno dei dati che più sorrise all’Italia è proprio il numero di rimpatri assistiti, che soltanto verso Libia e Tunisia è salito a 9mila unità in appena sei mesi: 5mila dalla Libia, quasi 4mila dalla Tunisia. Ed è contestualmente diminuito anche il numero di migranti salvati in mare (il che, chiariamo, non è dovuto ovviamente a un lassismo delle autorità competenti, ma a un numero minore di partenze: meno persone salpano verso l’Italia, meno pericolo c’è che queste trovino la morte in mare): 21mila unità, 14mila dagli assetti statali, 6mila dalle Ong. Nello stesso periodo dell’anno precedente, i tratti in salvo ammontavano a quasi 70mila.

Segnale inequivocabile, quest’ultimo, che la strategia del Governo Meloni sta funzionando e, cosa fondamentale, sta salvando vite umane, al contempo garantendo sviluppo e un futuro in Africa grazie al Piano Mattei.

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