Migranti, Meloni incalza la Ue: norme e hub comuni contro le toghe rosse

È un fatto ormai conclamato che il modello Meloni in fatto di migranti piace e convince l’Europa. È il modello da seguire, parola di Magnus Brunner, commissario all’Interno della Commissione europea, che ieri ha incontrato il presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni. “L’Italia è un partner molto importante per noi sul tema della migrazione e dei rimpatri: penso che l’Italia stia cercando di trovare nuovi modi per garantire che i rimpatri avvengano davvero ed è molto positivo avere nuovi approcci”, ha detto il commissario nel corso di un’intervista all’Ansa. “Dobbiamo lavorare insieme – ha aggiunto – per trovare soluzioni che funzionino nella pratica e ora sto lavorando alla creazione di un quadro giuridico per sostenere i 27 nell’effettuare i rimpatri in modo efficace, quindi condividiamo pienamente questo obiettivo”.

L’incontro si è svolto a Palazzo Chigi, dove il commissario ha ribadito la piena adesione al piano studiato dal governo italiano, fatto di rimpatri, lotta ai trafficanti e soluzioni innovative, quelle come il protocollo Italia-Albania, su cui l’Unione europea e più della metà degli Stati membri hanno espresso più che semplice curiosità, arrivando a scrivere alla stessa Commissione chiedendo che sia l’Europa a dotarsi di simili soluzioni. Il trasporto dei migranti al di fuori dei confini europei resta un tema cruciale per il suo effetto deterrenza, che si è già fatto sentire sulle partenze, ad esempio facendo aumentare il numero di migranti dotati di documenti e dunque riconoscibili. Ma è ancora poco: si attende lo sblocco da parte della magistratura, che continua a ostacolare i decreti governativi e le leggi del Parlamento, rimandando i quesiti sui Paesi sicuri alla Corte di Giustizia dell’Unione europea, che si pronuncerà in merito il prossimo 25 febbraio.

“Italia partner importante, presto la nuova normativa Ue”

Nel frattempo, però, la Commissione si schiera dalla parte del governo e lavora anche per superare i possibili futuri ostacoli di certa magistratura, promettendo di dotarsi di un nuovo Piano per i migranti applicabile a livello comunitario e sul quale i lavori inizieranno nelle prossime settimane. Giorgia Meloni, nei giorni scorsi, ha auspicato una accelerazione in merito. E proprio mentre si lavora a un fronte unitario sui rimpatri, l’intenzione è simile anche per quella degli hub per i rimpatri in Paesi terzi sul modello albanese, che verranno ad essere “comuni” a tutti gli Stati membri. Una soluzione che confermerebbe quello che la sinistra italiana continua a ignorare: il successo italiano in fatto di immigrazione. Le cifre parlano chiaro: gli sbarchi nel 2024 sono calati del 60% rispetto all’anno precedente e del 30% rispetto al 2022, le morti in mare si sono dimezzate. “Abbiamo il Patto sulla migrazione e l’asilo, è un’ottima base, c’è molto da implementare in Europa – ha ammesso il commissario -. Sono molto felice che l’Italia supporti il Patto e la sua implementazione. Ma il Patto non è abbastanza. Ci sono dei pezzi mancanti: come i rimpatri, e stiamo lavorando su una normativa sui rimpatri che presenterò molto presto, nelle prossime settimane. Stiamo discutendo di questo con i rappresentanti italiani, perché l’Italia è un partner molto importante per noi quando si parla di migrazioni, dell’implementazione del Patto e di nuove normative come quella sui rimpatri”.

Dalla Germania, in piena volata elettorale, arriva l’ennesimo endorsement alle politiche migratorie di Giorgia Meloni. È il leader di Cdu-Csu, Friedrich Merz, in un’intervista a Politico, a parlare: “Il numero di persone che arrivano da noi deve essere ridotto, e rapidamente. Molti altri Paesi hanno dimostrato che si può fare. Perché non dovrebbe funzionare in Germania?”. Ha espresso la volontà di “incontrare altri governi per concludere accordi sulla migrazione, seguendo l’esempio della premier italiana, Giorgia Meloni”.

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