“Riformare le regole europee sull’immigrazione e l’asilo è giusto, è necessario, ed è urgente. Il punto è come farlo. Da un lato c’è il dovere dell’accoglienza nei confronti di chi sta fuggendo da una guerra o da una persecuzione, dall’altro lato c’è il dovere di contrastare l’immigrazione illegale. Senza ipocrisie, l’immigrazione illegale è anche uno strumento di guerra politica da parte della cosiddetta ideologia “no borders”, che naviga a bordo delle navi ong”. Così il copresidente del gruppo ECR del Parlamento europeo, Nicola Procaccini, intervenendo in Plenaria a Strasburgo sulla discussione sulla necessità di adottare rapidamente il pacchetto migrazione e asilo. “Non è un caso che proprio la tutela politica della loro azione, pretesa dal governo tedesco, sia uno dei motivi di attrito tra gli stati membri per la definizione del nuovo patto sulla migrazione. Non è giusto nei confronti delle nazioni di primo ingresso, come l’Italia. Per assecondare le teorie immigrazioniste più radicali, stiamo rinunciando alla conquista politica più preziosa della nostra storia europea. Mi riferisco alla libera circolazione di persone e cose tra le nostre nazioni. A Francoforte, sulla scaletta dell’aereo proveniente dall’Italia, sono stati controllati i passaporti a tutti i passeggeri, compresi i nostri colleghi diretti verso il parlamento di Strasburgo. Si ripristinano le frontiere interne, come quando non esisteva il trattato di Schengen, e nello stesso tempo si pretende di aprire le frontiere esterne verso chiunque voglia entrare in Europa, anche senza averne alcun diritto. La verità – conclude Procaccini – è che fino a quando non sceglieremo la strada del contrasto all’immigrazione illegale, non saremo mai in grado di governare saggiamente quella legale. Questa strada passa per le regole interne che ci daremo, per gli accordi esterni che stipuleremo; passa attraverso un presidio, terrestre e militare, dei confini europei. Passa attraverso la vittoria del buon senso comune e la sconfitta delle utopie massimaliste. Proprio come nel secolo scorso”.