Partiamo dall’inizio. Da quando, nei primissimi mesi di Governo Meloni, l’Italia appariva veramente in difficoltà sul piano del contrasto ai flussi migratori. Complice un susseguirsi di eventi internazionali che hanno amplificato la condizione di precarietà nella zona del Sahel e del Nord Africa. E complice pure la mancanza di un impianto ben strutturato di disposizioni che, come il bugiardino di un medicinale, avrebbe potuto guidare la Nazione al di là della crisi. Macché, tutto fino al 2023 è stato gestito alla buona dai governi di sinistra, nella più totale carenza di una visione ampia e di lungimiranza di cui una classe dirigente dovrebbe dotarsi.
Misure ben strutturate
Dal 2023 le cose sono molto cambiate. Perché quell’anno, il primo anno solare con Giorgia Meloni a capo del governo, l’Italia ha iniziato un processo di cooperazione sul tema migratorio, aprendo al dialogo con tutti gli attori in campo: con i Paesi nord-africani, per la stesura di accordi fondamentali nella lotta ai trafficanti di esseri umani; con le Istituzioni comunitarie, tramite le quali costruire un approccio del tutto nuovo, di tipo preventivo, interventista, e non più meramente gestionale e a posteriori; con altri Paesi terzi, con i quali aprire nuovi dialoghi e nuove collaborazioni (è il caso dell’Albania, che tra pochi giorni vedrà aperti i suoi due hotspot voluti dall’Italia). Tutto ciò per dire semplicemente che, al di là delle chiacchiere da bar delle opposizioni, il Governo, pur quando si registravano picchi di sbarchi visti poche altre volte in Italia, era lavoro per avere non risultati facili e caduchi, ma soluzioni strutturali e durature nel tempo. E in effetti, a sorprendere l’opinione pubblica (sinistra compresa, rimasta evidentemente a secco di argomenti) è la costanza con cui i dati sugli sbarchi si mantengono bassi nel 2024 rispetto all’anno precedente. Lo dice chiaramente il Cruscotto del Viminale, che ogni giorni scaccia via qualsiasi speranza della sinistra di rivedere il trend degli sbarchi rialzarsi (cosa che non è accaduta neppure con l’arrivo della stagione estiva, le cui temperature e le condizioni del mare avrebbero dovuto favorire un numero più elevato di traversate nel Mediterraneo): gli sbarchi sono nettamente in calo sia rispetto al 2023, sia con riferimento al 2022.
Sbarchi dimezzati
È una questione di numeri, certi e inopinabili. Al 2 agosto, gli sbarchi quest’anno sono stati 33mila. Nel 2023, nello stesso periodo di riferimento, erano 89mila. Nel 2022 invece se ne registravano 42mila. Prendendo come riferimento l’ultimo mese terminato, luglio, si vede chiaramente che gli sbarchi sono in vertiginoso calo: se nel luglio 2022 furono 13mila e nel luglio 2023 salirono a 23mila, nel luglio 2024 sono stati appena 7mila. E queste proporzioni sono rispettate un po’ per tutti gli altri mesi. I Paesi africani non sono più in cima alla lista delle nazionalità dichiarate dagli sbarcati: primo il Bangladesh, seguito dalla Siria. Altra vittoria del governo è il calo dei minori non accompagnati sbarcati, che nel 2022 sono stati 14mila e nel 2023 18mila. Al 29 luglio 2024, invece, si è fermi a poco più di 4mila. “L’Italia – ha detto Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei Deputati – continua a raccogliere i frutti del lavoro del governo Meloni sul fronte della lotta all’immigrazione selvaggia e clandestina. Secondo i dati del Viminale, nel 2024 gli sbarchi sono diminuiti di oltre la metà rispetto allo stesso periodo del 2023. Questi – ha spiegato – sono i risultati di politiche, come quelle proposte da Fratelli d’Italia, che sanno programmare e realizzare interventi strutturali a lungo termine e che offrono possibilità di cooperazione e sviluppo alle nazioni direttamente coinvolte nei flussi migratori”. Infine la frecciatina alle opposizioni: “Capiamo – ha detto – la difficoltà delle peggiori sinistre politiche, ovvero quelle italiane, che a corto di argomenti e puntualmente smentite dalla realtà di numeri e fatti, si trovano sotto l’ombrellone, costrette – ha concluso – a inventarsi le solite polemicucce estive”.