Ci risiamo. Con il ritorno dei migranti in Albania secondo quanto previsto dall’accordo stilato dal Governo Meloni con il premier albanese Edi Rama, è tornato il testa a testa tra l’esecutivo, che rivendica la competenza del decidere i Paesi sicuri (non un puntiglio, l’ha confermato la Corte di Cassazione), è certa magistratura, che invece punta ad avere la meglio sui decreti del governo. E intanto, dopo che già 5 dei quasi 50 migranti giunti in Albania erano stati trasportati in Italia perché minorenni e in condizioni di salute precarie, adesso anche gli altri 43 torneranno in Italia e saranno, di fatto, liberi. I giudici non hanno convalidato il loro trattenimento, spiegando sostanzialmente di voler aspettare la sentenza definitiva della Corte di Giustizia dell’Unione europea, che si pronuncerà nei prossimi mesi. Ma da Palazzo Chigi hanno subito fatto sapere che si è già “al lavoro per superare questo ostacolo”.
Cosa dice la Cassazione: chi decide il Paese sicuro e i criteri per identificarlo
Per essere trasportati ai centri per il rimpatrio, bisogna infatti rispettare dei requisiti: essere irregolari, maggiorenni, in buone condizioni di salute e soprattutto provenire da uno dei 27 Paesi sicuri inseriti nella lista. Soltanto che, questa volta come molte altre in precedenze, i giudici della Corte d’appello di Roma hanno di fatto scelto di ignorare la lista, che da fine 2024 è una legge a tutti gli effetti (e non più un decreto interministeriale). Una legge alla quale la stessa Corte di Cassazione ha dato massima priorità, spiegando tre concetti fondamentali: è il Governo a decidere i Paesi sicuri, il principio della territorialità (un Paese è sicuro se lo è nella sua completezza) ha la meglio sulle categorie di persone (una minoranza non rispettata non basta per dichiarare quel Paese insicuro) e, infine, un Paese è sicuro se, nella totalità, c’è una generale tendenza alla sicurezza. Un Paese è sicuro, insomma, anche quando ci sono minoranze non rispettate, se ciò non sfocia in gravi crimini. Tre concetti tanto fondamentali quanto ignorati dalle toghe rosse.
Le toghe rosse ignorano persino la Cassazione
I migranti rispediti in Italia provengono per la maggior parte da Bangladesh ed Egitto. Due Paesi, assieme alla Tunisia, che rientrano nella lista dei Paesi sicuri del governo senza però, a quanto pare, il gradimento delle toghe rosse. Il primo per il mancato rispetto dei diritti Lgbt, il secondo per come tratta i dissidenti politici. Il primo governato da un premio Nobel per la pace, il secondo meta turistica di migliaia di italiani ed europei ogni anno. La decisione, dunque, ha lasciato nuovamente sbigottita la maggioranza soprattutto per la facilità con cui i giudici, aspettando la sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione europea che si pronuncerà ad aprile, hanno scelto di ignorare totalmente ciò che ha disposto la Corte di Cassazione.
Stupore da FdI: “È prerogativa del governo”
Ha commentato così la questione Sara Kelany, deputato di Fratelli d’Italia e responsabile del dipartimento Immigrazione del partito: “La Corte d’Appello di Roma libera di nuovo immigrati irregolari per i quali potevano essere eseguite rapidamente le procedure di rimpatrio e rimette ancora la palla alla Corte di Giustizia Europea sulla questione dei Paesi sicuri. Le ordinanze che non convalidano i trattenimenti nel centro in Albania e che rimettono alla Corte di Giustizia la questione pregiudiziale, insistono sull’individuazione in via generale ed astratta dei “paesi sicuri”, ripercorrendo le motivazioni delle decisioni precedenti, senza giudicare delle posizioni dei singoli migranti. Peccato che la Corte di Cassazione ha ampiamente chiarito, lo scorso dicembre, che questa è una competenza del Governo e non della magistratura. Incredibile che la Corte d’Appello di Roma abbia considerato irrilevante questo principio e insista nel voler riconoscere ai singoli magistrati un potere che è esclusiva prerogativa dello Stato”. Sgomento anche da Lucio Malan, capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato: “La Corte d’Appello di Roma libera ancora dei migranti irregolari che potevano essere rapidamente rimpatriati, rimandando di nuovo alla Corte di Giustizia Europea sulla questione dei paesi sicuri. Ma la Corte di Cassazione aveva chiarito che questa è una competenza del Governo. Evidentemente alcuni tribunali italiani considerano irrilevanti i principi fissati dalla Suprema Corte. Di fronte a questo non posso che esprimere profondo stupore”.
Tutto questo è semplicemente allucinante e ancora dicono che la magistratura non è da riformare?
Caro Andrea, credo che il Governo lo sappia bene ma che sia difficile trovare al momento una soluzione.
Ma una soluzione deve essere trovata. In democrazia la politica la decide il Governo, e le leggi le fa il Parlamento. Non una casta di parassiti irresponsabili, in quanto non rispondono a nessuno di quello che fanno, reclutata dal PCI e dai successivi partiti di sinistra per occupare il potere in spregio ai cittadini elettori.
Una modesta proposta.
Licenziare tutti i magistrati.
Riassumere altrettanti neo-laureati in giurisprudenza.
In fondo questa è una questione amministrativa. Perchè lo Stato deve tenere a vita nei suoi ruoli gente che lavora non per lo Stato ma per una fazione politica?
Con affetto
Alessandro