“Un giudice decide che non basta nemmeno una legge dello Stato per definire un Paese “sicuro”, tanto da permettere il rimpatrio di un clandestino alla sua patria d’origine, e che a prescindere da questa lista un Tribunale può opporsi comunque all’espulsione o al trattenimento.
Ormai siamo alla sfida dichiarata da parte di una certa parte della magistratura ideologizzata e dichiaratamente di sinistra contro il governo ma anche contro l’Italia perchè questo pronunciamento va letto nel senso che il nostro Paese non ha più il diritto di espellere chi non ha titolo per rimanere sul territorio nazionale. Una lista di ‘paesi sicuri – ha dichiarato il Tribunale di Catania – “non esime il giudice all’obbligo di una verifica della compatibilità” di tale “designazione con il diritto dell’Unione europea” e “in Egitto ci sono gravi violazioni dei diritti umani” che “investono le libertà di un ordinamento democratico”. Insomma basta il parere personale del giudice per disapplicare la legge. Si tratta di un precedente grave perché segnala alla politica ed alle istituzioni che ne esiste una superiore alle altre, con il diritto di disapplicare le norme quando invece al giudice spetterebbe il dovere di applicarle. Possibilmente senza nemmeno commentarle”.
Lo ha dichiarato l’On. Alessandro Urzì, capogruppo di Fratelli d’Italia in Commissione affari costituzionali della Camera.