Iniziano le identificazioni per i giovani che a Milano, nella notte di San Silvestro, hanno inaugurato il 2025 sputando nel piatto in cui hanno deciso di mangiare, senza però pagare il conto. Immigrati, alcuni di loro irregolari, giovani, maghrebini e mediorientali, comunque islamici, che trovano nell’odio contro l’Italia una comunanza che altrimenti, nelle differenze culturali del vasto mondo arabo, avrebbero faticato a scovare. E inneggiano contro l’Italia, non solo perché si propongono come forieri di una cultura che si pone (non sempre, ma in casi come questo sì) nemica della nostra, ma anche perché espressamente cantano in coro slogan contro la nostra Repubblica. Il che sarebbe reato, vilipendio alla Repubblica appunto, ma è anche immorale nei confronti del Paese e del popolo che tutto sommato li ha accolti e accoglie molti altri, rispettando le diversità ma non accettando i soprusi. Buoni sì, ma fessi no.
Come anticipato, sono stati identificati i primi immigrati grazie al lavoro della Squadra mobile e dei carabinieri. Soltanto uno di questi è italiano, ma poi tra bandiere tunisine e quelle palestinesi (che non mancano proprio mai) c’erano tutti immigrati. In due erano già noti alle autorità, essendo passati per il Centro di identificazione di via Corelli, a Milano, nell’attesa che vengano completate le pratiche per il loro rimpatrio. Sono arrivati in Italia in maniera irregolare, dunque, e aspettano di essere espulsi. Diciamo che inneggiare contro il Paese che li ha ospitati pure irregolarmente (altri Stati, senza beccarsi accuse di razzismo, gli irregolari li tengono lontani dai confini con filo spinato e getti d’acqua) non aiuta il loro curriculum. Vengono dalla Tunisia, dall’Egitto, dal Marocco, da molti di quei Paesi insomma che le toghe rosse ritengono “insicuri”. Abitano tra Milano e gli altri capoluoghi della Regione lombarda. Molti erano già noti alle autorità.
FdI: “Finito il tempo per chi non vuole integrarsi”
Ieri è arrivato il messaggio di Sara Kelany, deputato di Fratelli d’Italia e responsabile del dipartimento Immigrazione del partito: “Gli immigrati che si sono assiepati in piazza duomo a Milano la notte di Capodanno innescando risse, gridando insulti all’Italia, agli italiani e alle forze dell’ordine, forse credevano di restare impuniti. In molti peraltro non avevano il permesso di soggiorno, ciò che è esplicita dimostrazione anche di arroganza e sensazione di impunità. Tuttavia il tempo della tolleranza verso espressioni ingiuriose e violente da parte di chi non vuole riconoscersi nel nostro ordinamento e integrarsi è terminato”. Fioccano dunque le denunce, perché uno Stato serio non può accettare di essere preso per i fondelli da immigrati irregolari e irrispettosi: “Dopo le identificazioni, infatti – ha proseguito Kelany – 14 persone sono state denunciate e 2 sono state condotte al Cpr per procedere con il rimpatrio. Come sempre le sinistre, che sono addirittura insorte contro l’istituzione delle zone rosse da parte del Viminale, non comprendono che le esigenze di sicurezza vanno garantite con fermezza e che cedere dinanzi alla violenza e alla criminalità può essere pericolosissimo. Grazie alle forze dell’ordine che, come sempre, si sono spese affinché la situazione non degenerasse”. Dello stesso parere Riccardo De Corato, deputato di Fratelli d’Italia: “Bisogna presidiare le zone, la maggior parte erano arabi. Il problema è che arrivano da aree ben chiare, come San Siro o il quartiere di Corvetto o via Padova dove bisognerebbe adeguare i servizi di prevenzione da parte della questura. Ma nessuno controlla la situazione e allora possono fare quello che vogliono”.