Milano, Salis scende in campo e difende i facinorosi del Corvetto

C’è da ammettere che, come ha scritto bene stamattina Pietro Senaldi sulle colonne di Libero, Ilaria Salis è l’“avvocato delle cause sbagliate”. L’europarlamentare di Avs, pupillo di Bonelli e di Fratoianni, che ha già superato diversi scandali (l’accusa di manganellare neo-fascisti in Ungheria, l’occupazione abusiva di case popolari da circa 90mila euro di arretrati: Soumahoro, al confronto, è un principiante, caduto per gli scandali legati alla cooperativa della famiglia acquisita), si è espressa sui fatti del Corvetto. E si è schierata, ovviamente, dalla parte dei facinorosi che hanno protestano alla ricerca della verità sulla morte del giovane egiziano che scappava dal posto di blocco dei Carabinieri. Proteste che sarebbero anche lecite, se non fossero sfociate, com’era facile da prevedere, in violenze contro le forze dell’ordine. Agli immigrati, anche di seconda generazione, che hanno assaltato con petardi gli agenti e le loro volanti, a cui si sono poi uniti nei giorni successivi antagonisti e centri sociali, la maestra Ilaria riconosce il merito – chiamiamolo così – di aver acceso i riflettori sulla morte del diciannovenne: “Se gli amici di Ramy e gli abitanti del quartiere non avessero protestato – ha detto –, nessuno avrebbe preso in considerazione la loro sacrosanta richiesta di verità e giustizia. Come successo in altre occasioni, forse non sapremmo nulla della dinamica della tragedia o, peggio, eventuali responsabilità sarebbero state facilmente insabbiate”. Responsabilità che comunque non sembrano esserci, dal momento che le telecamere hanno rivelato che il carabiniere alla guida della volante, finito anche sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti, non ha speronato il motoveicolo guidato da Ramy, che in realtà avrebbe perso aderenza schiantandosi poi fatalmente contro un palo.

Quello che Salis ignora

Dice, la Salis, di “pretendere verità e giustizia”. Ma al contempo sembra quasi giustificare (come ha fatto, del resto, quando si trattava degli occupanti di case abusive) atti illeciti e l’illegalità che domina nei quartieri periferici della metropoli lombarda: “Vorremmo che nessuno, a causa della miseria e della mancanza di opportunità, fosse spinto a ‘rubare collanine’ per tirare a campare. Vorremmo che non esistessero più quartieri dove la vita è più difficile che altrove. Vogliamo eguaglianza”. E, minimizzazione della creazione di un anti-Stato a parte, queste ultime parole di Salis sembrano quasi condivisibili, se non fosse che andrebbero ricercate le cause di certi fenomeni. Da imputare non certo al presunto razzismo della classe dirigente della Nazione o in generale degli italiani, che continuano a dimostrarsi tra i popoli più accoglienti al mondo. Se c’è un problema, allora, questo è la mancata integrazione: in larga parte perché le politiche migratorie, per così dire, espansive del decennio di governi di centrosinistra hanno comportato un aumento incontrollato degli ingressi, con l’inevitabile emarginazione di tantissimi soggetti lasciati soli anche per le difficoltà della nostra società di inglobare numeri così elevati di clandestini; ma anche perché in quei quartieri c’è chi rifiuta la nostra cultura, chi addirittura la oppugna. Non sarà stato il caso di Ramy, ma negare anche questo fattore è impossibile se si vuole avere un quadro completo della situazione.

Salis ignora, però, che l’immigrazione senza sosta avallata anche dalla sua parte politica porta a questo. E scrive: “Questo accade soprattutto quando tragedie come queste colpiscono persone proletarie e/o razzializzate: persone i cui diritti sono regolarmente calpestati, le cui vite contano meno di altre. Persone prive del potere economico, politico o mediatico necessario per far valere le proprie ragioni”. Ma la soluzione, per l’eroina dei due mondi (Monza e Budapest), sarebbe continuare a rubare collanine e occupare case. Giusto?

Resta aggiornato

Invalid email address
Promettiamo di non inviarvi spam. È possibile annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.