Lo scorso giovedì 13 settembre, dopo l’approvazione alla Camera del decreto legge Milleproroghe, che ha incassato la fiducia con 285 sì, 106 no e 4 astenuti, l’Aula ha deciso di convocare in tarda serata una seduta fiume per poter permettere la regolare illustrazione dei 162 ordini del giorno. La necessità di questa convocazione proviene dal prolungamento dei lavori alimentato dall’ostruzionismo del Partito Democratico.
Nonostante il voto favorevole del Movimento 5 Stelle alla permanenza a Montecitorio fino a esaurimento discussione, poco dopo lo scoccare della mezzanotte, a mo’ di cenerentole, quasi tutti i parlamentari pentastellati sono spariti dall’Aula. «È presente poco meno del 7% su 200 parlamentari» scrive l’on. Walter Rizzetto sul suo profilo Facebook. L’instancabile pattuglia dei Fratelli d’Italia, invece, non si lascia cogliere impreparata dal sonno e, dopo più di 15 ore di lavoro, continua a dibattere strenuamente fino alle prime ore del mattino.
Il decreto Milleproroghe contiene una serie di norme inerenti i più svariati campi. Esso, infatti, va dall’operazione Strade Sicure alla cancellazione del fondo per le periferie da 1,6 miliardi di euro, fino ad arrivare alla normativa che abolisce le sanzioni previste dalla Legge Lorenzin e che permette la libera iscrizione a scuola anche ai bambini non vaccinati. Il prossimo 16 Settembre il decreto tornerà in Senato, dove, con buona probabilità, sarà richiesta nuovamente la fiducia dell’Aula. D’altronde, il tempo stringe. Entro il 23 settembre il decreto dovrà essere convertito in legge.
L’apporto del partito di Giorgia Meloni nel Milleproroghe è di rilevante importanza. Fratelli d’Italia esprime soddisfazione per l’approvazione degli ordini del giorno relativi all’annoso problema delle concessioni balneari e dell’errata applicazione della direttiva Bolkenstein che coinvolge ben 30.000 imprese e 100.000 addetti. Accolta anche la proposta dell’on. Silvestroni volta a ripristinare le elezioni provinciali dirette. Così dichiara il parlamentare di FDI «Sono anni che mi batto per il superamento della disastrosa Legge Delrio che ha drammaticamente ingessato gli enti locali con competenze fondamentali come la viabilità, le scuole superiori, la sicurezza. L’approvazione della mia proposta sul ripristino del voto diretto per consiglieri e presidenti delle province e città metropolitane è una straordinaria soddisfazione. L’impegno paga sempre».