Minori disabili maltrattati. A Varese ennesimo caso di cooperativa lager.

Si chiamano “Case della Carità”, “Rifugi”, “Istituti di cura“, a volte prendono in prestito persino il nome di qualche illustre figura religiosa, ma quello che troppo spesso succede dentro queste strutture fa ben intendere che, a parte arricchirsi sulle teste dei poveri sventurati, queste cooperative non hanno nulla a che vedere con l’accoglienza, la misericordia e la cura.

Cooperativa lager

Solo qualche giorno fa abbiamo riportato le sconcertanti intercettazioni allegate agli atti dell’udienza preliminare dell’inchiesta sulla “Serinper” la cooperativa di accoglienza Lager di Massa Carrara. E adesso ci ritroviamo a documentare gli abusi perpetrati all’interno di un’altra cooperativa, questa volta a Varese.

Ragazzi minori disabili maltrattati proprio da chi avrebbe dovuto prendersi cura di loro:  i filmati delle telecamere nascoste e le intercettazioni raccolti dagli inquirenti non lasciano dubbi, e così a seguito di un’indagine dei carabinieri, sette operatori di una cooperativa sociale per minori con gravi disabilità a Varese sono stati sottoposti a misura cautelare con accuse di maltrattamenti aggravati. Secondo l’accusa gli educatori avrebbero maltrattato con offese, minacce e botte i ragazzi minori disabili ospiti della struttura. Per questo ieri il giudice per le indagini preliminari di Varese ha emesso sette misure cautelari nei confronti di altrettanti educatori di una cooperativa sociale della città di Varese. All’interno della struttura infatti sarebbero avvenute ripetute vessazioni e violenze nei confronti di minori affetti da grave disabilità. Le indagini dei carabinieri di Azzate sono partire nel marzo 2021, quando i genitori di uno dei minori ospiti del centro ha presentato una denuncia ai militari dopo aver notato un grande cambiamento nel loro figlio disabile.

Il collaudato sistema

Quello che gli inquirenti hanno poi scoperto è un “sistematico uso della violenza e di maltrattamenti” verso i minorenni della cooperativa che doveva prendersi cura di loro: insulti, strattoni e percosse che questi educatori perpetravano contro i pazienti durante le crisi causate dalla loro disabilità. Piedi legati durante l’ora del riposino, insulti, aggressioni immotivate, fino a lasciare da soli in una stanza quei minori che necessitano di vigilanza continua a causa delle patologie da cui sono affetti come crisi epilettiche e attacchi autolesionistici. In altre occasioni invece, gli operatori non intervenivano per bloccare crisi o gesti pericolosi dei minori, lasciando si procurassero lesioni, abrasioni e ferite.

E’ ormai quasi giornaliera la violenza documentata in questi centri, come anche in quelli per anziani. Cooperative nelle quali vige un “collaudato sistema”, capace di assicurare denaro e posti di lavoro per parenti e amici dei funzionari pubblici, tra cui quelli addetti al controllo del settore, e di coloro che per qualche ragione erano giudicati “utili alla causa”.

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Letizia Giorgianni
Letizia Giorgianni
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