Pianeta Minori, che fare? Come agire in un modo concreto ed efficace? Innanzitutto, bisogna ridare alle famiglie una serie di strumenti concreti contro ogni forma di disagio.
E, in questa falsariga ideale, il cosiddetto Modello Caivano potrebbe fungere da apripista. A pensarla così è la ministra della Famiglia, Eugenia Roccella: “Tutti questi casi di violenza, di cronaca e di disagio giovanile che emergono ci sono, però noi dobbiamo anche raccogliere i segnali positivi di speranza, che ci sono. Il metodo che noi vogliamo usare è quello della sussidiarietà, quindi sollecitare la responsabilità delle famiglie e dare alle famiglie e alla scuola, nella continuità educativa, gli strumenti utili per fronteggiare questo disagio. Lo abbiamo fatto con il decreto Caivano. Caivano è un modello veramente di successo e quindi possiamo replicare questo modello anche in tutta Italia”.
Roccella è intervenuta a un evento a Palazzo Giustiniani, in Senato, sul documento conclusivo della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza in Senato, presieduta da Michela Vittoria Brambilla, con focus sulla diffusione tra i minorenni di alcol, droghe, aggressività e violenza.
“Tra famiglia e sociale, ha aggiunto la ministra, “ci vuole una continuità, non vogliamo sottrarre al sociale il suo ruolo, però ci vuole una continuità a partire proprio dalla famiglia, perché, come ha detto anche l’onorevole Brambilla, bisogna partire dai bambini, bisogna partire in modo precoce nella formazione. Oggi le famiglie sono più in difficoltà: dobbiamo aiutarle a riprendere in mano gli strumenti adeguati e a essere formati, a partire per esempio dall’alfabetizzazione digitale.
L’esempio del “parental control” è proprio questo, un’app che già esisteva ma che non veniva usata. Il fatto che i bambini siano esposti a siti inadatti e a relazioni inadatte senza un controllo dei genitori, per esempio, è un primo elemento creatore di disagio in maniera significativa”.
Una delle azioni su cui punterà il Governo, conclude Roccella, “è riprendere in mano i centri per la famiglia, che esistono ma sono pochi e sono molto a macchia di leopardo, in alcune Regioni ci sono, in altre no e dare a questi centri dei compiti, delle risorse. Vogliamo, appunto, ripartire da lì, da una continuità scuola, famiglia e sociale”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Michela Vittoria Brambilla, presidente della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza: “Tante cose fanno notizia, tante altre no. Ci si occupa molto spesso dei giovani e dei loro problemi quando la cronaca nera imperversa ma, a parte importanti quotidiani che del tema del disagio dei giovani e dei loro problemi ne fanno ogni giorno materia per le loro pagine, è più facile che i media in generale mi diano spazio se io parlo di una misura che riguarda gli animali che i bambini. E questo lo dico ringraziando per l’attenzione che rivolgono ai nostri animali domestici, che sono membri della famiglia e sono il tema di cui io mi occupo e quindi questo è giusto. Però io vorrei davvero vedere tanta, tanta attenzione anche per i bambini, per i loro problemi. Perché loro sono gli adulti di domani e sono quelli che dovranno guidare questo Paese e quindi devono avere tutta la nostra attenzione, non possono essere abbandonati dalla società”. Una riflessione questa che fa riflettere se detta proprio da Brambilla, presidente dell’Intergruppo per i Diritti degli animali e della Lega italiana per la Difesa degli animali e dell’ambiente (LEIDAA). La parlamentare di Noi Moderati sottolinea: “È la seconda volta che io ho il privilegio di guidare la Commissione bicamerale per l’Infanzia e l’adolescenza, in questa legislatura e due legislature fa e quello che purtroppo non è cambiato, in generale, in questo Paese è l’attenzione verso i giovani e il loro disagio”.