Modi in visita a Kiev chiede un tavolo per la riappacificazione: Medvedev blatera di Sodoma e Gomorra

Il Primo ministro indiano è giunto oggi a Kiev per dialogare con il suo omologo ucraino, Volodymyr Zelensky: un appuntamento molto importante, specialmente in una fase calda come questa. Russia ed  Ucraina si allontanano sempre di più ed ora sembra che non ci sia spazio per un tavolo diplomatico. La visita di Narendra Modi è piuttosto importante: la sua è la prima visita di un Presidente indiano dopo 33 anni. Assurdo che ci sia stato bisogno di una guerra per avvicinare nuovamente due realtà politiche e nazionali, altro che società globale. Solo poco tempo fa il Premier indiano aveva visitato la Russia, precisamente nel mese di luglio. Oggi così come allora, il suo obiettivo sembra quello di cercare una via verso la pace per un conflitto che a quanto pare non preoccupa soltanto l’Occidente, ma coinvolge anche altri paesi. Lo stesso Modi ha precisato che l’India sia disposta a giocare un ruolo importante per far sì che questo conflitto finisca.

La saggezza di Modi insegna che indipendentemente dalle distanze che l’Occidente ed i BRICS, c’è la possibilità di una convivenza pacifica: mietere vittime non è la soluzione per risolvere una contesa, di qualunque natura essa sia. Trovare una soluzione nel minor tempo possibile sembra un’impresa dalle sembianze titaniche, ma non è affatto impossibile. Purtroppo la forza degli interessi spesso muove la coscienza dei leader, i quali anziché tenere a mente le necessità nazionali, preferiscono accantonarle per inseguire il potere. Questo è un problema che purtroppo attanaglia gli uomini dai tempi più antichi e non sarà dunque semplice cambiare le abitudini della natura umana.

Quanto stabilito da Modi è sicuramente un passo avanti, perché traccia un solco di benevolenza nella confusione bellica alimentata dallo scorrimento del sangue: troppo presto per sapere se basti un solo paese a placare una crisi così forte, serve di conseguenza un impegno diffuso. Oggi lo Stato indiano ha dato comunque l’esempio, facendosi quindi sentire per distribuire una visione diversa del mondo in cui oggi siamo chiamati a vivere.

Da un lato un uomo riflessivo e con la testa sulle spalle, dall’altro in Russia, l’esempio di Medvedev non fa nient’altro che gettare benzina sul fuoco dell’odio. Le sue ultime dichiarazioni non lasciano spazio ai dubbi: il paragone odierno dell’annientamento ucraino con la distruzione di Sodoma e Gomorra – come nell’Antico Testamento – rappresenta la ferocia di chi ormai non sa neanche pensare laicamente. Il ritratto di un uomo che è costretto a dipingere il male ovunque per avvalorare la propria tesi, scegliendo espedienti religiosi per portare a termine il proprio obiettivo. In questo il Governo di Mosca sta iniziando a prendere le sembianze di quello iraniano: laddove non esistono valori sociali, vincono la paura e la teocrazia.

Parlare poi di punizioni crudeli non sembra un atteggiamento misericordioso, da parte di chi non può far altro che vantare una natura umana, almeno fino a prova contraria. Di certo il Presidente modi non ha avuto bisogno di citare i Veda o gli insegnamenti dell’Induismo per elaborare un pensiero sulla guerra tra Ucraina e Russia. Questo la dice lunga sulle differenze tra i due personaggi presi in esame. Certamente non si può dire che l’India sia un paese perfetto, in vigore ci sono ancora le caste ed altri svariati problemi legati alla povertà. Proprio per questo motivo, sembra piuttosto assurdo che in un paese come quello russo, il quale vanta una “civilizzazione d’avanguardia”, ci siano esponenti disposti a farlo apparire come l’Inferno in terra. Tanto per usare un’altra citazione religiosa.

Più che di vite parallele, qua si parla di poli opposti ed atteggiamenti del tutto differenti nell’approccio ai rapporti internazionali.

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Gabriele Caramelli
Gabriele Caramelli
Studente universitario di scienze storiche, interessato alla politica già dall’adolescenza. Precedentemente, ha collaborato con alcuni Think Tank italiani online. Fermamente convinto che “La bellezza salverà il mondo”.

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