Domenica 10 dicembre, Javier Milei assumerà la carica di nuovo presidente dell’Argentina, alla presenza di numerosi leader internazionali di destra. Hanno già confermato la loro presenza il primo ministro dell’Ungheria, Viktor Orban; l’ex presidente del Brasile, Jair Bolsonaro; il leader di VOX, Santiago Abascal; il presidente dell’Uruguay, Lacalle Pou; il presidente di El Salvador, Nayib Bukele; il presidente del Paraguay, Santiago Peña; il presidente dell’Ecuador, Daniel Noboa; il re di Spagna, Felipe VI, tra gli altri.
Altre figure di rilievo che non hanno ancora confermato la loro presenza sono Donald Trump e Giorgia Meloni. L’ex presidente americano ha realizzato un video congratulandosi con Javier Milei per la sua vittoria, mentre il primo ministro italiano ha fatto i complimenti all’economista argentino telefonicamente.
D’altra parte, il presidente del Brasile, Lula Da Silva, ha rifiutato l’invito a partecipare all’evento, mentre il presidente di sinistra del Cile, Gabriel Boric, parteciperà alla cerimonia. D’altra parte, il vincitore delle elezioni nei Paesi Bassi, Geert Wilders, ha ringraziato per l’invito ma ha spiegato che non potrà essere presente, a causa delle responsabilità legate alla formazione di un nuovo governo nel suo paese.
Il nuovo presidente argentino ha scatenato un terremoto di opinioni in tutto il mondo. Molti leader mostrano fiducia in Javier Milei, sperando che possa essere il protagonista di un cambiamento ideologico cosi forte da influenzare tutto il continente americano. Persino l’imprenditore Elon Musk si è mostrato molto entusiasta per l’ingresso dell’economista sullo scenario politico.
La vittoria di Milei ha dato voce alla reazione del popolo argentino, stanco delle bugie della sinistra kirchnerista, che hanno generato solo povertà, inflazione, svalutazione della moneta e sfiducia nei mercati nazionali e internazionali.
Paradossalmente, l’inizio di una grande ondata di destra potrebbe avere inizio nel paese alla fine del mondo.
Credo che sulla possibilità di Milei di risanare l’Argentina, un tempo uno dei paesi più ricchi del mondo, si debbano lasciare stare le promesse e guardare i fatti.
Personalmente sono molto perplesso. E’ meglio lasciare parlare i numeri.
Il problema dell’Argentina, paese con saldo commerciale attivo con l’estero e ricco di risorse naturali e competenze umane altissime, mi sembra drasticamente sintetizzabile in due numeri:
Risultato: si stampa moneta per pagare la spesa pubblica, inflazione al 150%.
Poichè ridurre la spesa è sicuramente possibile, ma non facile in un paese con il 30% della popolazione alla soglia della povertà, è inevitabile aumentare le tasse, altrimenti il disavanzo continuerà a produrre la più iniqua delle tasse, cioè altra inflazione.
Nel programma di MIlei – forse per mia poca attenzione – non ho visto traccia né di tagli drastici della spesa né di aumenti sostanziali delle tasse.
E allora? Chi vogliamo prendere in giro?
Lo sappiamo tutti chi viene preso in giro: gli argentini.
E’ il sudamerica, cari amici.
Spero ardentemente di sbagliarmi, ed auguro agli amici argentini la prosperità che si meriterebbero, se solo abbandonassero davvero le illusioni di vivere sul debito.
Qualcosa del genere dovremmo dirlo anche agli italiani, prima che sia troppo tardi.
Con affetto
Alessandro