Morire a 16 anni drogata e violentata nel centro di Roma

Mala tempora currunt.  Al centro di Roma, a pochi passi dal cimitero monumentale del Verano, dello Scalo San Lorenzo, e non troppo lontani dalla Sapienza, c’ è una via stretta, a senso unico, con un lato che costeggia un lungo muro ricoperto di graffiti e dall’altro un susseguirsi di palazzetti inizio secolo.  Al di là del muro c’è una zona completamente abbandonata, con depositi ed ex officine delle Ferrovie dello stato, oggi adibite a carrozzerie durante il giorno, a parcheggi di un locale notturno e qualche abitazione rimediata da chi non sa dove andare.  Territorio di nessuno, come succede però per un tratto anche sull’altro lato del marciapiede. Lì c’è un grosso immobile anch’esso abbandonato ma da anni occupato da varia umanità, di più non si può dire perché a nessuno è mai venuto in mente di fare un serio controllo e magari, hai visto mai, uno sgombro.

Così c’è poco da meravigliarsi se tra risse, prostituzione e spaccio, prima o poi ci scappa il morto, solo che magari in questo caso non è quello che ti aspetti. Dice un senegalese che alla fine ha accettato di parlare e che sembra sia uno dei testimoni: “Io c’ero. L’hanno drogata e stuprata, Sono arrivato lì tra mezzanotte o mezzanotte e mezza ,  sono entrato e c’era una ragazza che urlava. Ho guardato quella che urlava e c’era un’altra ragazza su un materasso: le avevano messo una coperta fino alla testa ma si vedeva la testa. Non lo so se respirava ma sembrava già morta, perché l’altra ragazza urlava e diceva che era morta.” E ancora: “Erano sette, o forse sei. Africani e anche arabi…”

E in effetti la ragazza sul materasso è morta. Si chiamava Desiree Maiottini, aveva solo 16 anni ed era originaria di Cisterna di Latina, dove viveva con la famiglia. Magra, slanciata, tante treccioline colorate tra i lunghi capelli castani e lisci. Desiree era una ragazzina come tante, sveglia, e con tanta voglia di crescere, conoscere il mondo e che probabilmente mai, nemmeno per una volta, ha preso in considerazione l’idea di essere cauta e attenta su dove si va e su chi si frequenta. La sera tra venerdì e sabato scorso, Desirre da Cisterna arriva a Roma, poi telefona a casa e dice che andrà a dormire da un’amica. E qui, ci viene da fare una considerazione sulle famiglie di oggi, che concedono tanta libertà ai loro figlioli forse anche quando questi non sono preparati a gestirla, e che non si occupano di controllare, di approfondire, forse perché temono dopo le tante chiacchiere ascoltate sulla privacy e l’autodeterminazione dei giovani, che un po’ di severità possa metterglieli contro. E così Desiree telefona, dice una bugia e nessuno si preoccupa di controllare. Nessuno si chiede più di lei. Lei che, sola o in compagnia – forse dell’altra ragazza segnalata dal testimone senegalese e che potrebbe essere sua cugina – arriva fino a via dei Lucani 22, stabile occupato dalla peggior feccia mischiata magari a poveri disgraziati senza colpe.

Qualcuno mormora di aver già visto lì Desiree nei giorni precedenti in cerca di una dose, altri sostengono che la ragazzina è arrivata lì attirata in una trappola, con la promessa che le venisse restituito un tablet che le era stato sottratto perché, da quanto dice la famiglia, Desiree con la droga non aveva nulla a che fare. Solo le forze dell’ordine potranno chiarire nei prossimi giorni come siano andate le cose. Certo è che Desiree su quel materasso lurido, sotto quella coperta, era completamente nuda. L’autopsia confermerà che la ragazzina è stata stuprata da più persone, e che nel sue sangue c’erano tracce di stupefacenti.

Come sia morta, se per overdose, se per gli abusi o altro, ancora non lo sappiamo, ma sia come sia, la responsabilità di  questo scempio è evidente, e la condividiamo tutti.  La famiglia, che doveva vigilare e controllare. Anche se oggi un adolescenze può essere difficilissimo o problematico, non si può sempre “chiudere la stalla” quando i buoi sono fuggiti. Poi, la scuola, che non fa nulla per insegnare a questi ragazzi come certe pratiche siano sbagliate ma anzi, in alcuni casi, le giustifica e le incoraggia, come l’uso della cosiddetta “droga leggera”, che il più delle volte è solo la breve anticamera a sostanze ben più pesanti e pericolose.  La società, che ha permesso questa invasione di gente tanto lontana da noi per cultura, usi e costumi. Non che la diversità sia un disvalore, anzi. Ma se si vuole l’integrazione non la si ottiene certo lasciamo gente senza risorse a vagare per le nostre città, a sostenersi con reati di tutti i tipi, a vivere fuori dalle regole che nessuno li obbliga a rispettare. Anzi. Non sono rare le sentenze di alcuni magistrati che giustificano in tutti i modi – dalla diversa cultura al bisogno – extracomunitari presi in flagranza di reato, e rimandati subito in giro pure con tante scuse.

La brutta storia di Desiree e anche dell’altra ragazza che era con lei e che il senegalese dice che gridava allo stupro, ricorda molto da vicino i fatti della “strage del Circeo”, quando un gruppo di delinquenti italiani violentò due ragazze e ne uccise una. Di loro ancora se ne parla. Quando prenderanno gli autori dello scempio di Desiree, quanto se ne parlerà? Quanti faranno per decenni tavole rotonde, trasmissioni, ricostruzioni e via discorrendo affinché nessuno dimentichi?

Staremo a vedere.

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RK Montanari
RK Montanarihttps://www.lavocedelpatriota.it
Viaggiatrice instancabile, appassionata di fantasy, innamorata della sua Italia.

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