Il calvario della banca senese sembra non avere mai fine. Dopo la nazionalizzazione avvenuta in seguito al decreto del 22 dicembre 2016, il futuro del Monte dei Paschi resta incerto e molti investitori sono da mesi con il fiato sospeso per capire cosa accadrà ai loro soldi. I titoli bancari in generale, da metà maggio a oggi hanno perso tra il 30% e il 40% a Piazza Affari. Facendo scattare l’allarme. Del resto, lo spread, lo sappiamo, sta danneggiando il capitale delle banche, con la necessità di tentare la via impervia dei mercati per cercare nuove risorse. La ricapitalizzazione è uno scenario imminente per diversi istituti di credito; ma come è facile da immaginare si tratta di un’impresa ardua, se non impossibile. In questo scenario si è già vista la probabile ricapitalizzazione della sofferente Banca Carige. Secondo indiscrezioni di stampa il Fondo Interbancario (Fitd) avrebbe già dato il proprio appoggio al bond subordinato convertibile da 320 milioni di euro necessario al più ampio piano di rafforzamento da 400 milioni. Ancora nel limbo Mps.
Mps, ad oggi è la banca che ha creato la più grande distruzione di valore della recente storia bancaria del Paese, si parla di circa 20 miliardi. Agli oltre 8 miliardi di perdite fatte segnare nel biennio 2011-2012 si sono aggiunti gli oltre 11 miliardi di rosso a partire dal 2014. Basta questo per capire come il destino dei suoi azionisti che si sono succeduti negli anni si sia svolto all’insegna di un colossale bagno di sangue.
Aggiungiamo Se poi consideriamo i 5,4 miliardi messi dallo Stato che oggi valgono 1,2, comprendiamo bene la portata di un problema gravissimo, e che ancora non si è affatto risolto. Quale sia il prossimo futuro dell’istituto di credito diù antico del nostro Paese, ancora non lo sappiamo con esattezza, di sicuro sarà il nuovo Governo a doversi presto o tardi pronunciare sul futuro di MPS.
Diverse indiscrezioni di stampa hanno parlato, il mese scorso, di una ipotetica fusione discussa dal Governo lo scorso 17 ottobre. Il quotidiano La Repubblica, ha parlato di un incontro tenutosi ad ottobre nel quale l’esecutivo ha parlato appunto del futuro della senese. Stando a quanto emerso fino ad ora, la fusione di MPS avverrà con un altro istituto di credito del Belpaese. Tra i partner papabili, secondo indiscrezioni, Ubi Banca, Banco BPM e persino BPER.