Pressioni sui dipendenti per vendere prodotti finanziari a chi chiede un prestito garantito: è quello che fanno emergere le rappresentanze territoriali di Roma e provincia di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin che svelano l’esistenza di “report per controllare che a tot erogazioni corrispondano tot prodotti collocati”.
Non bastava la lentezza nell’adempiere le richieste dei prestiti garantiti per le imprese messe in crisi dalla pandemia, adesso le famiglie e gli imprenditori che necessitano urgentemente di liquidità devono subire anche lo sciacallaggio commerciale di Mps, come evidenziato stamani dai sindacati di Fabi, First Cisl, FIsac Cgil, Uilca e Unisin. Addirittura, si legge nella nota diramata dai sindacati dei bancari, gli impiegati venivano controllati in diretta nell’atto della vendita tramite collegamento in diretta via skype, una altra trovata che ha dell’incredibile e che la dice lunga sulla fermezza dei dirigenti di provare in tutti i modi a fare utili anche in questo frangente. Nella nota i sindacati spiegano anche che la motivazione, candidamente comunicata, è che ‘siccome il finanziamento dà pochi margini, dovevano aumentare il cross selling‘.
Come abbiamo già visto nelle vicende delle banche andate in risoluzione, persino in un contesto così drammatico per l’economia del nostro Paese, alcune dirigenze bancarie pressano gli impiegati a vendere tutti quei prodotti che possano garantire alla banca le migliori entrate in termini di profitto ma ovviamente le stesse garanzie non esistono per i clienti sottoscrittori. Al contrario, come la storia recente insegna, troppo spesso chi acquista quei prodotti finanziari e/o assicurativi quasi sempre ci rimette.
Episodi di una gravità inaudita, una vera e propria forma di squallido sciacallaggio commerciale, rivolto tra l’altro ad una categoria di clientela già messa a dura prova dalla crisi economica che la pandemia sta portando con sé.