Musk contro Starmer: duro scontro sulle proteste in Gran Bretagna dopo la tragedia di Southport

Il turbine di manifestanti che in questi giorni si è riversato in molti centri urbani inglesi, così come in quelli irlandesi, ha scioccato l’opinione pubblica, parte della popolazione e soprattutto il nuovo governo laburista della GB, presieduto da Keir Starmer. Quest’ultimo ha promesso di utilizzare una rigidità superiore nei confronti di tutti coloro che abbiano partecipato o che abbiano intenzione di prendere parte alle future proteste, un deterrente che forse potrebbe rivelarsi inefficace vista la furia delle persone. Verrano schierate delle forze dell’ordine speciali per scongiurare altri scenari simili a quelli che abbiamo avuto modo di constatare nei giorni scorsi: la proposta di riunire il Parlamento  nonostante la pausa estiva è stata bocciata, mentre i Tories non perdono tempo per definire tardive le scelte del Primo ministro. Forse a lungo andare, la popolazione albionica riuscirà a ricordare per quale motivo i laburisti non siano riusciti a governare tanti anni, complice anche un atteggiamento “Soft” e falsamente buonista: basti pensare a Tony Blair, che fu complice di un terribile sfacelo in Iraq.

Ma la discussione del momento è ben altra ed ha dell’inimmaginabile: Elon Musk e Keir Starmer  starebbero litigando “indirettamente” sull’utilizzo dei social e su quelle che comunemente vengono definite fake news. Per essere più precisi, la lite sarebbe scoppiata dopo un commento del Patron di X sotto un tweet con allegato un video delle manifestazioni irruente, in cui specificava quanto la “guerra civile” fosse inevitabile. L’asserzione non è passata inosservata , specialmente agli occhi del primo Ministro, tanto che il suo Portavoce avrebbe definito “Ingiustificabile” il comportamento di Musk, forse anche in virtù dei raduni sui social che a quanto pare avrebbero dato vita ad azioni pubbliche dilaganti. Il Viceministro Heidi Alexander, ha sfruttato l’occasione per definire addirittura “Irresponsabile” l’imprenditore americano. Qua ogni scusa è buona per tarpare le ali a chi vorrebbe esprimersi liberamente senza alcuna censura, ma da Governi progressisti ed incapaci di gestire le proprie crisi, potremmo veramente aspettarci di tutto. Ci manca solo che l’Amministrazione nazionale inglese inizi a dare lezioni d galateo su cosa si debba dire o meno sui social network, quando per anni sull’ex Twitter e sul resto dei social si sarebbe rischiato il ban per ragioni ridicole.

Facile scagliarsi contro una personalità come Elon Musk quando si ha la più pallida idea di quali misure adottare per scongiurare un disagio popolare così ampio, il quale viene ovviamente affiancato da una sfiducia spropositata nei confronti delle istituzioni. 

Già alcuni giorni fa, quando Starmer prometteva “tolleranza zero” nei confronti le formazioni di estrema destra ed islamofobe, il Tycoon avrebbe prontamente risposto con un ammonimento molto pungente: Musk avrebbe raccomandato al PM britannico di preoccuparsi per l’incolumità di tutte le comunità esistenti. Difficile dargli torto, specialmente perché ormai negli Stati occidentali sembra che appartenere ad un’etnia bianca sia diventata una colpa e che gli stranieri debbano avere più attenzioni rispetto agli altri. Quando si crea uno sbilanciamento di questo genere, le vere e proprie diseguaglianze sociali portano gli individui a scontrarsi tra di loro. Il pensiero del proprietario di X è del tutto condivisibile ma al contempo scomodo per chi vorrebbe una società soggiogata ai paradigmi del globalismo.

Piuttosto ovvio che Musk non abbia intenzione di farsi intimidire dall’attuale governo inglese, visto che da molto tempo la sua persona sembra essere davvero l’incubo di molte personalità tendenti o appartenenti a quella che in gergo chiameremmo “sinistra democratica”. 

L’introduzione di questo articolo serve per spiegare ai lettori il modo analogo con cui la sinistra – quella inglese, in questo caso – cerchi in ogni modo di risolvere il problema quando è ormai troppo tardi, indicando gli altri come complici impuniti e tirandosi indietro senza assumere le proprie responsabilità.

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Gabriele Caramelli
Gabriele Caramelli
Studente universitario di scienze storiche, interessato alla politica già dall’adolescenza. Precedentemente, ha collaborato con alcuni Think Tank italiani online. Fermamente convinto che “La bellezza salverà il mondo”.

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