Il prossimo 16 dicembre Napoli celebrerà il terzo miracolo di San Gennaro, meno noto rispetto a quelli di maggio e settembre, ma di grande importanza per la città. L’evento ricorda l’intervento miracoloso del santo durante l’eruzione del Vesuvio del 1631, quando il sangue si sciolse, fermando la lava e proteggendo la città.
E’ proprio per questo episodio che San Gennaro è riconosciuto come patrocinante di Napoli. A commentare il significato di questo evento è il marchese Pierluigi Sanfelice di Bagnoli, Cavaliere Gran Croce di Giustizia e membro della Real Commissione per l’Italia del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio. Già Deputato della Real Cappella del Tesoro di San Gennaro, Sanfelice è una figura autorevole nel panorama religioso e culturale napoletano, impegnato nella valorizzazione delle tradizioni della città.
“San Gennaro fermò la lava del Vesuvio, conquistandosi il titolo di protettore della città – spiega Sanfelice – La sua statua, posta sul ponte della Maddalena, è rivolta verso il vulcano, con il braccio alzato in segno di sfida e protezione. Questo miracolo, sebbene meno noto rispetto a quelli di maggio e settembre, ha un profondo significato storico e religioso”.
Secondo Sanfelice, il miracolo del 16 dicembre non è solo memoria di un evento passato, ma anche un simbolo moderno: “San Gennaro è un santo moderno, che riflette le aspirazioni e i sentimenti del popolo attraverso il tempo. Il suo patrocinio resta attuale perché chi lo prega lo rende attuale. Anche oggi, in un contesto diverso, il miracolo richiama la resistenza e la speranza della città di Napoli”.
Un aspetto particolare del terzo miracolo è la modalità con cui viene vissuto. “A differenza degli altri due, il miracolo di dicembre si verifica in un solo giorno – continua Sanfelice – La cassaforte viene aperta il 16 e, se il miracolo non avviene, il sangue viene riposto subito la sera. Non ci sono otto giorni di preghiera e attesa, come accade a maggio e settembre. Questo rende l’evento più intimo, meno conosciuto e meno pubblicizzato, soprattutto al di fuori dell’ambito ecclesiastico”.
Un tempo, la tradizione prevedeva anche processioni in occasione del 16 dicembre. “La statua di San Gennaro veniva portata in processione verso Porta Capuana e fino alla vista del Vesuvio, per ricordare il miracolo e ribadire la protezione del santo sulla città”, racconta Sanfelice. “Oggi queste usanze si sono perse – conclude il marchese – ma la fede del popolo napoletano resta forte, anche in questo miracolo meno noto”.