Si chiamava Dimensione Ambiente, il periodico dei Gruppi di Ricerca Ecologica, che poi fondarono anche Gaia, bimestrale di “cultura e politica dell’ambiente”, fino ad arrivare a Fare Verde, la stupenda e rivoluzionaria creatura dell’indimenticato ed indimenticabile Paolo Colli. Peraltro due realtà ancora pienamente in vita, segno che le intuizioni erano sacrosante e la visione culturale molto profonda. La paternità dei Gre è chiara, anche questa invenzione scaturita da quella fucina di idee che era Via degli Scipioni 268/a, il quartier generale del mondo rautiano nella Capitale.
Siamo nel 1977 (a ridosso anche del primo Campo Hobbit) e l’obiettivo è noto, dare una strategia più ampia e contemporanea al Msi e, parlando quindi di temi emergenti come appunto quello ecologico, fornite non solamente una risposta di ‘destra’ ma congegnare intorno a quel problema una teoria politico-culturale per l’intera realtà della destra politica. Quindi alle proposte più legate all’ambiente (già allora si parlava di fonti energetiche alternative, di raccolta differenziata, della vivisezione, delle piogge acide, ecc.) si legavano approfondimenti e concezioni più larghe, con la critica alle degenerazioni della modernità, dei malanni delle metropoli e la riscoperta dei borghi, la tutela dei centri storici, la Bio-politica contrapposta ai miti del benessere e della tecnica. Poi la scoperta dell’etologia e di Lorenz, della lotta all’egualitarismo ed alla messa in discussione del darwinismo. Un piano serio e metapolitico, ancora attualissimo, oggi che alla dittatura dell’uguale e del progressismo si è aggiunta quella delle minoranze woke. Oltre ad Alessandro Di Pietro, direttore di Dimensione Ambiente, ma soprattutto Segretario nazionale dei Gre, movimento che si ramifica in tutta Italia, non possiamo che ricordare Rutilio Semonti (Presidente nazionale, storico e zoologo), i membri del Comitato scientifico e docenti Giovanni Davoli, Furio Fasolo, Roberto Fondi, Arnaldo Liberti, Aldo Semerari e Giuseppe Sermonti. Tra i collaboratori della rivista citiamo tra gli altri, Nazzareno Mollicone, Antonio Parlato, Barbara Nardi, Marco Tarchi, Mario Bozzi Sentieri, Margherita Luti, Maurizio Cabona, Stenio Solinas, Gianni Benvenuti, Umberto Croppi e tanti altri, alcuni rimasti successivamente nell’alveo missino ed altri che hanno invece vissuto una “Nuova Destra”.
Fare Verde nasce invece nel decennio successivo ed è un progetto che emerge in quel laboratorio in movimento che era il Fronte della Gioventù romano, prima come falsariga di Fare Fronte nelle scuole e poi come movimento ed associazione che diventa una realtà a parte, non solo quindi strumento partitico o metapolitico ma entità con vita e futuro indipendenti. Il primo opuscolo ufficiale, che esce da Via Sommacampagna 29, è un vero e proprio manifesto:, “Ecologia: una questione di civiltà”, con un denso parallelo tra le forme di inquinamento e gli effetti di un modello sbagliato, un modello di sviluppo che ha determinate cause profonde e concezioni del mondo: le megalopoli, il mito del progresso, l’uomo “civilizzato”. Il primo gruppo dirigente individua alcune prime soluzioni, con un cambio del modello energetico, una vera e proprio alternativa nell’energia solare, idrica, eolica, la geotermia, le biomasse, il risparmio energetico.
Da quel manifesto scaturisce l’idea dell’uomo ecologista come colui che rivaluta la terra e l’identità. Siamo nel febbraio 1987, da lì in poi mille battaglie ed iniziative, alcune tuttora in piedi come quella del Mare d’inverno, fino alle vacanze alternative dei Campi anti incendio. Con il settimanale Comunità prima (supplemento di informazione su ambiente, società e risorse) e il giornale X Fare + Verde (direttrice responsabile Gloria Sabatini) poi, l’associazione si da una struttura anche giornalistica veicolando visioni e battaglie, alcune di esse ancora attualissime, sul diritto alla salute alimentare o l’emergenza rifiuti. Sia i Gre che Fare Verde attirano l’attenzione dei mass media e del resto dei movimenti ambientalisti, non solo come novità a ‘destra’ ma anche per l’elaborazione intelligente e contemporanea. In un momento in cui le direttive green entrano pienamente nel pensiero unico del politicamente corretto, sono applicate da una Comunità europea complice della colpevolizzazione dell’uomo europeo e propagandate da ragazzini che imbrattano i nostri monumenti (a proposito di ecologia), le idee ed i progetti che abbiamo sommariamente raccontato sono più attuali che mai. È soprattutto per questo motivo ed anche ovviamente per uno scopo puramente storico e archivistico che Eclettica Edizioni, da un’idea del direttore Alessandro Amorese, insieme all’Istituto ‘Stato e Partecipazione’, ha predisposto un vero e proprio archivio storico dell’Ecologia nazionale che consisterà in strumenti per ricercatori e centri studi, in un inventario del materiale già presente che si aggiornerà con eventuali riversamenti futuri, in un sito internet ed altro ancora.