Nel Paese che ogni giorno sopporta l’umiliazione di almeno tre cittadini ai quali viene riconosciuto il risarcimento per aver patito ingiustamente il carcere a causa di decisioni dei giudici che non pagano per i loro errori, succede che gli stessi giudici decidano di risarcire con i soldi dei cittadini chi ha violato le leggi dello Stato. È il paradosso di una nazione nella quale capita quotidianamente che chi osserva le leggi può essere arbitrariamente perseguito e perseguitato e chi non le osserva viene invece premiato. Più che giustizia, una lotteria.
La recente decisione della Corte di Cassazione sul risarcimento ai migranti della nave Diciotti solleva interrogativi che non possono essere elusi. Se è vero che i giudici devono interpretare le leggi, è altrettanto vero che quando tali interpretazioni conducono a esiti che sembrano aberranti il principio di buonsenso viene stravolto.
Decisioni di questo tipo suscitano una comprensibile indignazione. In un momento in cui le risorse pubbliche dovrebbero sostenere famiglie, imprese e servizi essenziali, ci ritroviamo a pagare per scelte che molti italiani non condividono. Solo in Italia può accadere che chi viola le regole venga tutelato più di chi le fa rispettare. In nessun altro Paese sarebbe anche solo pensabile.
Il rispetto delle sentenze è imprescindibile, ma ciò non significa che non si possa e non si debba aprire un serio dibattito. Perché di questo si tratta: migranti entrati illegalmente sul territorio nazionale che, anziché rispondere della loro condotta, vengono addirittura risarciti con i soldi presi dalle tasse pagate dai cittadini italiani. Un corto circuito giuridico e un nonsenso sociale che sfida la logica e impone una riflessione: può uno Stato che fa rispettare le proprie leggi essere costretto paradossalmente a pagare chi le infrange?
Errata corrige: nell’ultima frase ho scritto un “vi” di troppo. Mi scuso.
Anm: “Porteremo la nostra protesta ovunque”. Siamo in pieno delirio di onnipotenza. I giudici si sono dimenticati di essere semplici cittadini italiani assunti dallo Stato solo e unicamente per amministrare la giustizia. Sono semplici lavoratori statali, pagati profumatamente dallo Stato. Ma dopo “mani pulite” si sono assunti il ruolo di giudici anche della politica, senza essere presenti nel Parlamento Italiano. Ora siamo al delirio di onnipotenza per cui nessuno li può giudicare e sono pronti a scendere in piazza ed aizzare le folle pur di mantenere i privilegi che loro stessi si sono attribuiti. E parliamo di giudici figli o nipoti di quel ’68 che tanto danno ha causato alla cultura Italiana ed Europea. Attenti Dio, Allah, Yahweh: tra poco vi chiameranno alla sbarra anche Voi.
Sono fatti come questi che fanno sorgere l’odio tra gli schieramenti politici. Si perchè questa è una notizia di Politica
Niente a che fare con la Giustizia; il Governo deve risarcire uno straniero che tenta illegalmente di entrare in Italia?
Avanti con la riforma della (IN)giustizia!!!