Nonostante la pervasiva campagna di disinformazione e di manipolazione dei media mainstream (e anche di alcuni che dovrebbero essere conservatori) il modello Visegrad continua a godere di ottima salute. Giorgia Meloni, in quanto presidente dell’Ecr, si è incontrata a Varsavia giorni fa con il primo ministr polacco Mateusz Morawiecki e il leader di Vox, Santiago Abascal, per gettare le fondamenta di una “nuova alleanza conservatrice”. Mentre negli stessi giorni il primo ministro Johnson ha ricevuto a Londra Viktor Orban, in visita ufficiale in quanto capo del governo. Si tratta di paesi diversi tra loro, quelli di Visegrad, ma tra i due esperimenti più importanti e durevoli, quello polacco e quello ungherese, troviamo punti in comune che ogni conservatore del mondo dovrebbe studiare con grande interesse. I capisaldi del conservatorismo eurocentrale mi sembrano essere tre 1) nazione 2) tradizione 3) buon governo economico.
La nazione è il quadro centrale di riferimento: solo il mantenimento di una coesione nazionale rende la società meno slabbrata e individualistica. Da qui la necessità di tutelare le frontiere e il rigido controllo dell’immigrazione. Ma da qui anche la identificazione tra democrazia e nazione: il popolo si può esprimere liberamente solo nel quadro nazionale.
La tradizione è quell’insieme di riti e di miti laici e religiosi che compongono la cultura della società. Senza questa cultura o quando questa è incrinata dal globalismo, il paese va in pezzi. Quindi rifiuto del multiculturalismo e affermazione di una cultura centrale, che è quella stratificatasi nei secoli
Buon governo della economia: Polonia e Ungheria offrono un esempio di economia capitalistica fondata sul profitto (come deve essere) ma in cui il profitto non va detrimento della comunità. Sulla strada eurocentrale o molto vicina si stanno indirizzando persino i tories di Johnson, liberatisi ormai della eredità thatcheriana
Che il modello di conservatorismo eurocentrale muova l’interesse anche di osservatori di paesi come quello inglese e quello statunitense lo dimostra un intervento di Josh Hammer, redattore di “”Newsweek” sull’importante sito repubblicano “American greatness” del 27 maggio. Il titolo è già un programma: l’Europa centrale ed orientale ci aiuta a trovare la via. A chi? Ai conservatori americani che devono cercare un “sobrio, ristretto, tradizionalista, filo di pensiero nazional conservatore fondato sulla famiglia, la cultura, la comunità, la nazione”. E paesi come Ungheria e Polonia possono ispirare molto gli eredi di Lincoln e di Reagan. E se possono a loro, a noi italiani, che abbiamo con quei paesi rapporti e intrecci plurisecolari, dovranno insegnare ancora di più