Negozio Italia, grandi sconti: la Francia compra tutto

«Ma quanto è lunga la lista della spesa concordata con Macron? Borsa italiana, Mediobanca, Generali, Ubi, Avio, Fincantieri, Fca, Luxottica, Unicredit, Bnl».

Tutto ha principio con questo tweet – datato 4 giugno 2020 – dal vicepresidente Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica) nonché senatore di Fratelli d’Italia Adolfo Urso. Che avvisa di fare attenzione: dietro l’apertura della Francia nei confronti degli aiuti all’Italia potrebbe nascondersi un trappolone.

Ad attirare l’attenzione del Copasir ci sarebbe, infatti, un modus operandi riscontrabile nella gestione di alcuni asset strategici per il Paese, come la Borsa Italiana, in procinto di passare alla francese Euronext, con una governance che rispecchierebbe un modello già visto nel recente passato: presidente italiano e CdA francese. Nel breve tempo, una soluzione di equilibrio, nel lungo una sciagura nazionale.

Come detto non sarebbe il primo caso, tanto che già Luxottica ha preso la via della Francia in identica maniera. Un futuro che, si spera, non avranno anche Mediobanca e Generali – anche su loro sono forti le attenzioni del Copasir, che nutre una “sensibile e consapevole preoccupazione…sulla possibilità di portare fuori dai confini nazionali…primari istituti…tra i maggiori detentori del debito sovrano italiano – che con Luxottica condividono il patron, Del Vecchio.

Un modus operandi, tra l’altro, già portato avanti per FCA con Peugeot, una fusione che ha visto l’istituzione di una presidenza italiana e di una fortissima partecipazione dello Stato francese nel capitale aziendale, rendendola di fatto di proprietà parigina.

Operazioni – per dirla in gergo tecnico – di mercato. Ma ciò che preoccupa l’intero Copasir è che se tali operazioni dovessero ripetersi in settori nevralgici come editoria, difesa o, ma si spera non sia così, Mediobanca e Generali, si avrebbe un impoverimento pericoloso del Paese, che cederebbe il settore strategico ed economico in modo prono alla Francia.

Va inoltre rimarcato come il Copasir non sia una barzelletta: è, allo stato attuale, l’unico organismo democratico nel quale maggioranza ed opposizione, in modo paritario (5 esponenti di maggioranza e 5 di opposizione), operano per tutelare l’interesse nazionale.

E ciò non da ieri: già nel 2018, infatti, durante la presidenza Gentiloni, per cui sicuramente non in un ambiente sovranista, si denunciava la “colonizzazione predatoria in atto…sotto la supervisione dello Stato…del patrimonio tecnologico, finanziario ed industriale nazionale” ad opera di forze extranazionali. Fino ad arrivare all’esecutivo Conte 2019, nel quale identico disegno si ha nei settori cyber, economici e finanziari. 5G, banche, difesa, energia, sono 4 le voci che attualmente preoccupano il Copasir e che fanno temere delle vere e proprie cessioni di Stato.

L’unico modo per opporvisi è alzare una barriera: non passi lo straniero!

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Nello Simonelli
Nello Simonelli
Nello Simonelli nasce ad Avezzano (AQ) il 26 novembre 1988. Sin da bambino interessato a tutto ciò che verte intorno al mondo del giornalismo e della scrittura, si laurea in giurisprudenza all’Università degli Studi di Teramo nel 2014, per poi dedicarsi ad attività che spaziano dal teatro alla dirigenza sportiva, dedicandosi ad ulteriori studi nel ramo del marketing e della comunicazione oltre che del diritto sportivo. Lavora presso lo Studio Legale Simonelli di Avezzano, è responsabile del circolo cittadino di Nazione Futura, scrive per diverse testate locali, nella Marsica ed in Abruzzo, e di approfondimento politico e sociale.

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