Le opposizioni non sono uscite vincitrici dal dibattito in Parlamento sul caso Almasri, dopo le comunicazioni dei ministri Nordio e Piantedosi. Il primo ha mostrato, carte alla mano, le incongruenze contenute nelle sentenze della Corte penale internazionale. Il capo del Viminale, invece, ha spiegato perché è stata scelta la via del rimpatrio con volo di Stato. Tutto nell’interesse esclusivo della Nazione.
Allora la sinistra, come spesso accade in questo cassa, cerca l’appoggio esterno, l’aiuto da casa, anche se in questo caso sarebbe il caso di parlare di aiuto da fuori casa. E quando è giunta la notizia, nel pomeriggio di ieri, dell’apertura di una possibile indagine della stessa Corte penale internazionale su Giorgia Meloni, Matteo Piantedosi e Carlo Nordio, sull’operato generale del governo sul caso Almasri, a sinistra hanno fatto i salti di gioia. Senza neppure considerare che, al di là della bagarre politica interna, avere mezzo governo indagato a livello internazionale non è un bel vedere per l’intera Nazione. Ma la sinistra ci ha abituato a un sentimento anti-italiano anche peggiore, e dunque questo diventa un aspetto soltanto marginale della vicenda.
Quando Avvenire lancia lo scoop, la sinistra ha iniziato a festeggiare: “Non mi sorprende affatto – ha subito detto l’ex premier, Giuseppe Conte – che la Corte penale internazionale abbia aperto un’indagine nei confronti del governo italiano, perché si è reso responsabile di aver sottratto alla giustizia internazionale un criminale, un boia, uno stupratore di bambini sul quale pendeva un mandato d’arresto. E il ministro Nordio e il governo italiano dovevano dare solo seguito al mandato”. Il ministro Nordio, dal canto suo, ha ironizzato: “Credo che a questo mondo tutti indaghino un po’ su tutto. Noi abbiamo fiducia nella giustizia umana. Postulo la giustizia divina proprio perché la giustizia umana spesso è fallibile, ma accontentiamoci di quella che abbiamo e vediamo come va”.
Sarebbe partito tutto dal racconto di un cittadino sudanese che ha raccontato le torture subite dal generale Almasri. Ma la denuncia che avrebbe fatto partire le indagini è stata quella di uno studio legale dei Paesi Bassi, Front-Lex, che accusa Meloni, Piantedosi e Nordio di aver “abusato dei loro poteri esecutivi per disobbedire ai loro obblighi internazionali e nazionali”. Pare che lo studio abbia dei rapporti con alcune fondazioni gestite da George Soros.
Il chiarimento: l’indagine non è automatica
C’è un ma enorme, che ha rovinato la festa ai benpensanti: l’apertura di un’indagine non è automatica. La smentita arriva subito da Palazzo Chigi, che fa chiarezza: “Non esiste ad oggi nessun procedimento aperto contro l’Italia dalla Corte penale internazionale. Il procuratore – spiegano le stesse fonti – non ha ufficialmente inviato la denuncia del cittadino sudanese né al cancelliere né ai giudici. Il rifugiato sudanese – viene spiegato ancora – ha inviato una mail all’indirizzo mail dedicato dell’ufficio del procuratore. Le comunicazioni sono moltissime, ognuna viene vagliata e solo se ritenuta fondata può originare un procedimento, che richiede mesi. Il tutto viene di solito tenuto riservato, salvo che lo stesso denunciante non lo riveli al pubblico”.
E, infine, è la stessa Cpi a chiarire come stanno le cose: “Secondo lo Statuto di Roma, ovvero il trattato istitutivo del tribunale internazionale, qualsiasi individuo o gruppo di qualsiasi parte del mondo può inviare informazioni al procuratore della Corte”. Ma stiamo parlando soltanto di “comunicazioni” che “l’ufficio del procuratore non commenta”.