“Al Ministro del tesoro. – Per sapere – premesso: che il sistema monetario italiano e’ affetto da un’anomalia tanto macroscopica quanto inosservata, che a giudizio dello scrivente dovrebbe essere corretta; che, infatti, in Italia la proprieta’ della moneta non appartiene al popolo italiano, e per esso allo Stato, bensi’ ad un ente, la Banca d’Italia, alla quale lo Stato ha concesso la gestione monetaria complessiva, ivi compresa la proprieta’ dei valori monetari -: se non intenda promuovere una riforma legislativa che porti a definire la moneta un bene reale conferito, all’atto dell’emissione, a titolo originario in proprieta’ a tutti i cittadini appartenenti alla collettivita’ nazionale italiana, con conseguente riforma dell’attuale sistema dell’emissione monetaria che trasforma la banca centrale da semplice ente gestore ad ente proprietario dei valori monetari. (4-04253)”
Con questa interrogazione Pasetto mise in discussione tutto l’ambiente finanziario italiano, perché fece notare che la Banca d’Italia (un’istituzione privata di cui all’epoca non si conoscevano nemmeno gli azionisti) si comporta come da proprietaria della moneta quando invece, secondo Pasetto, la proprietà della moneta doveva essere attribuita allo Stato italiano. La proprietà del mezzo di scambio è una questione dirimente: se lo Stato – in quanto rappresentante dei cittadini che a loro volta sono colo che danno il valore alla moneta – è il proprietario, la Banca non deve addebitare la moneta ma la deve accreditare. Questa semplice operazione annullerebbe di colpo l’intero debito generato dall’emissione monetaria, che con i suoi interessi costituisce l’asse portante del controllo che gli istituti finanziari hanno sugli Stati nazionali.
L’attuale situazione politica italiana vede la vittoria alle urne di partiti e movimenti che negli anni passati si sono schierati a vario titolo contro il dominio della finanza, chissà che oggi la battaglia portata avanti da Pasetto sulla Proprietà Popolare della Moneta non possa essere ripresa e portata avanti. E’ un auspicio che facciamo a 23 anni dalla prematura scomparsa di Nicola.
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Nicola Era un “Grande”, anzi un “Grandissimo” !!!