In questi distopici tempi progressisti in cui viviamo, dove l’illogico è diventato d’obbligo e il buon senso un nemico, uomini travestiti o castrati ed evirati hanno partecipato e vinto concorsi di bellezza femminili. Casi come quello di Kataluna Enriquez a Miss Nevada, Brian Nguyen a Miss Greater Derry (organizzato da Miss America), Ángela Ponce a Miss Universo Spagna, tra gli altri, sono anche il risultato di un femminismo debole e anestetizzato. Come si può accettare che donne biologiche competano – e perdano – contro uomini in questo tipo di eventi, o peggio ancora in competizioni sportive, senza nessuna reazione?
Recentemente, il patriarcato ha trionfato di nuovo nel concorso Miss Paesi Bassi, dove il vincitore è stato il transessuale Rikkie Kollé. Una vittoria che ha suscitato molte polemiche, dato che si tratta peraltro di un uomo decisamente poco attraente.
In Italia, per fortuna, prevale ancora il buon senso. Patrizia Mirigliani, figlia dell’organizzatore storico di Miss Italia, Enzo Mirigliani, e attuale organizzatrice del prestigioso e tradizionale evento, ha definito quanto accaduto nei Paesi Bassi come una “iniziativa pubblicitaria”. Allo stesso tempo, ha chiarito che non ci saranno in alcun modo modifiche al regolamento, che consentano a travestiti o transessuali di partecipare al concorso.
Parlando a “Non Stop News” su RTL 102.5, Mirigliani ha detto: “Nel mio regolamento, al momento, non mi sono ancora aperta alle persone transgender, poiché penso che le concorrenti debbano nascere donne”. “Quindi – ha aggiunto – finché il mio libro delle regole continuerà ad essere l’attuale, sarà così. E per ora non penso di cambiarlo”.
“Ho anche fatto partecipare concorrenti con protesi al concorso – ha continuato – ma non le ho trasformate in una bandiera. L’Italia è un paese delicato e particolare, la tradizione ha la sua importanza in un concorso che esiste da 84 anni “.
Miss Italia va oltre l’aspetto estetico, ha sottolineato Mirigliani: “Le partecipanti hanno storie incredibili e queste storie aiutano a creare cultura, poiché l’identità del concorso si riflette nelle loro esperienze e nelle loro vite”.
“Non possiamo ridurre Miss Italia a un semplice concorso di bellezza – ha spiegato – poiché nel corso degli anni ha acquisito un significato più profondo, diventando una rappresentazione dell’identità e della storia della donna italiana”.
Infine, ha concluso dicendo: “Se guardiamo alla religione, persino la figura della Vergine è un’immagine di bellezza. Oggi, la bellezza è una combinazione di fattori che non si classificano facilmente. Nel contesto di Miss Italia, la bellezza è così varia che non esiste uno stereotipo univoco, è un mix di aspetto estetico e personalità”.
Oltre a voler negare la biologia, è evidente che la sinistra ha come obiettivo finale distruggere tutto ciò che ha permesso all’umanità di progredire come società. Ad esempio, il concetto stesso di bellezza. Questo non avviene solo introducendo uomini in competizioni femminili: un altro segnale è voler imporre l’obesità come norma, ignorando le sue conseguenze sulla salute.
Abbiamo visto molte immagini morbose di obesi o di individui poco gradevoli dal punto di vista estetico diventare copertine di riviste o “immagini simbolo” di importanti firme di moda o d’intimo.
La sinistra è ossessionata dall’uguaglianza, ma questa psicopatia trascina inevitabilmente verso la mediocrità, perché livella verso il basso e considera “sbagliato” chiunque si distingua.
Quanto in basso potrebbe cadere un paese senza identità e senza valori? L’Italia è sempre stata, nel corso della sua storia, la guida culturale e artistica dell’umanità, perché ha saputo mantenere la sua identità: anche nelle innovazioni più radicali, non ha mai perso di vista le sue radici. Si è sempre nutrita di un innato senso di grandezza e di profonda ispirazione spirituale.
In questi tempi surreali in cui viviamo, dipenderà da noi continuare a difendere il bene, la verità e la bellezza.
Per par-condicio si potrebbe istituire Miss ORRORE
Si, concordo pienamente. Ottimo articola che va alle radici delle cose, che non possono essere cambiate seguendo la moda.