No al reddito di cittadinanza a ex BR? Ci sono gli emendamenti di FDI.

Lo Stato non dovrebbe assegnare sussidi a condannati per gravi reati. Sembra un concetto scontato, e invece non lo è. Perché nell’Italia del governo gialloverde – ora giallorosso – accade proprio questo: reddito di cittadinanza elargito a due ex brigatisti. E chissà quanti altri casi simili potrebbero ancora uscir fuori.
Un errore? No, la legge sul reddito di cittadinanza prevede l’esclusione del beneficio a chi ha ricevuto una condanna nei dieci anni precedenti. E se i dieci anni sono stati superati, come nel caso degli ex brigatisti Federica Saraceni e Raimondo Etro, via libera al reddito.

Un vergognoso scenario che, a quanto pare, solo Fratelli d’Italia aveva denunciato per tempo e sul quale, sempre soltanto Fratelli d’Italia, ha tentato di porre rimedio attraverso un pacchetto di emendamento che chiedeva di escludere dal reddito i condannati per reati gravi.

Che Fratelli d’Italia non condividesse la misura è sempre stato chiaro. Scegliere l’assistenzialismo al posto dello sviluppo, dell’aiuto alle imprese o degli incentivi all’assunzione, non poteva essere una linea politica condivisa dal partito di Giorgia Meloni. Ma che fosse anche l’unico partito a porsi il problema di escludere dal beneficio del reddito i condannati per reati gravi, è una cosa che merita di essere sottolineata.

Lo merita perché non è una questione soltanto morale, ma di giustizia sociale. Riguarda il rispetto della legalità, dei cittadini onesti che lavorano sodo e pagano le tasse oltre che delle vittime di quelle condanne. Lo merita perché i cittadini devono sapere che tra i partiti che siedono in Parlamento, soltanto uno ha avuto il buon senso di pensare che non tutti possono percepire un sussidio statale, che il diritto deve essere di chi ha davvero bisogno e di chi non si sia macchiato di gravi reati contro lo Stato.

E invece il 26 febbraio 2018, nessuno votò a favore dell’emendamento presentato da Fratelli d’Italia in Senato, contenente criteri di esclusione che avrebbero garantito sicuramente più buon senso ad una già discutibile misura. Il motivo? Probabilmente non lo capiremo mai.

La questione però è un’altra: tutti i deputati che in queste ore si sono indignati e che hanno urlato allo scandalo alla notizia dell’ex brigatista Saraceni beneficiaria del reddito, si ricordano che sono gli stessi che non hanno votato l’unico provvedimento che l’avrebbe impedito?
Giorgia Meloni infatti non tarda a ricordarlo: “Tutti i partiti bocciarono la proposta di Fratelli d’Italia per escludere dal reddito di cittadinanza i condannati per reati gravi, ed ecco i risultati. Chi lavora deve essere costantemente massacrato dalle tasse, mentre questi soggetti campano alle spalle dei contribuenti. Un vero insulto per gli italiani onesti”.

E i senatori di Fratelli d’Italia promettono di riprendere la battaglia in Commissione Industria e Lavoro. Proprio ieri, nella conferenza dei capigruppo, il presidente dei senatori, Luca Ciriani, il vicepresidente vicario Isabella Rauti e il vicepresidente della Commissione Giustizia Alberto Balboni hanno annunciato che nel corso dell’esame in commissione del decreto legge sulla tutela del lavoro e per la risoluzione di crisi aziendali, riproporranno gli emendamenti bocciati lo scorso febbraio “Riteniamo necessario, sia dal punto di vista politico e sia da quello morale, ripresentare e discutere quegli emendamenti e stavolta speriamo di trovare sostegno. In particolare dalla Lega alla luce delle recenti dichiarazioni rilasciate” sostengono i senatori.
Vedremo se qualcuno tornerà sui suoi passi.

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